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giovedì 6 dicembre 2012

-14 gg.

Gli astrofisici confermano: il sistema solare sta entrando nella Dark Rift o Crepa Oscura della Galassia

Per il calore salito dal mare, I pesci di Negroponte saranno mezzi cotti; Gli abitanti li verranno intaccare, Quando Rodi e Genova resteranno senza biscotto.


giovedì 22 novembre 2012

giovedì 18 ottobre 2012

giovedì 30 agosto 2012

I Suoni dell'Apocalisse sono ormai ovunque !!!

I Suoni dell'Apocalisse sono ormai ovunque

Stiamo continuando ad indagare riguardo i suoni detti "dell'Apocalisse"... Sembra che qualcosa nell'aria emetta un suono particolare... raramente coincide anche con rumori di colpi dal sotto suolo... Ma non sempre... Abbiamo trovato altri filmati... La cosa che fa combaciare il puzzle è che ogni video è di un punto diverso del mondo...

Qui siamo in Michigan nel 19 Agosto del 2011





Windsor Ontario, Canada – August 16, 2011




Homel Belarus – August 14, 2011




Kiev – August 11, 2011



mercoledì 29 agosto 2012

Terremoti: in tutto il mondo I sismografi registrano continue e misteriose scosse

E’ già la seconda volta che succede, ma nessuno sa dare spiegazioni. I centri di monitoraggio sismici di tutte le nazioni hanno registrato consecutivamente oggi, intorno alle ore 12.20, misteriosi movimenti tellurici. Dai dati forniti dall’USGS (U.S. Geological Survey) un potente terremoto di magnitudo 7,7 ha colpito il Mare di Okhotsk a sud-est della costa russa. L’USGS ha comunicato che non esiste la condizione di allarme tsunami in queste zone di mare e quindi l’allarme è stato immediatamente sospeso.Il sisma si è verificato alle 02:59 GMT a circa 158 km (100 miglia) ad est-nord-est di Poronaysk, Russia, relativamente ad una profondità di 625 chilometri (390 miglia) verso il basso. Quanto detto è la comunicazione ufficiale dell’US Geological Survey. Ancora però nessun scienziato sa spiegare cosa sia accaduto oggi 15 Agosto 2012 alle ore 12.19. Forse sarà stato il potente terremoto che si è verificato nel mare di Okhotsk far tremare il nostro pianeta? Di seguito  vi mostriamo alcuni grafici delle registrazioni dei movimenti tellurici avvertiti in alcune parti del mondo, ma per vedere tutto l’insieme degli eventi andate su:


I suoni dell'apocalisse... Le Sette Trombe dell’Apocalisse

I suoni dell'apocalisse... 
Le Sette Trombe dell’Apocalisse e sarà solo l'inizio...



I giudizi diventano progressivamente peggiori e sempre più devastanti man mano che i tempi avanzano. I sette sigilli, le sette trombe e le sette coppe sono collegate tra loro. Il settimo sigillo introduce la settima tromba, (Apocalisse 8:1-5), e la settima tromba introduce la settima coppa, (Apocalisse 11:15-19, 15:1-8).








Parla la scienza ufficiale:

Le segnalazioni di questi suoni sono pervenute da ogni parte del mondo: Usa, Regno unito, Costa Rica, Russia, Repubblica Ceca, Australia, Brasile, Ucraina, ecc. Sono stati analizzati questi suoni e si è scoperto che la maggior parte si trova all’interno della gamma di infrasuoni, ovvero non è udibile per l’uomo. Quello che la gente sente è quindi solo una piccola frazione della potenza effettiva di questi suoni. Si tratta di emissioni acustiche a bassa frequenza nel range tra 20 e 100 Hz modulata da onde di infrasuoni bassissimi, tra 0,1-15 Hz. In geofisica, sono chiamate onde acustiche di gravità; si formano nell’alta atmosfera, in particolare al confine con la ionosfera. Le cause attribuibili a queste onde potrebbero essere terremoti, eruzioni vulcaniche, uragani, tempeste, maremoti, ecc, tuttavia la scala del ronzio osservata in termini sia di superficie che di potenza, supera di gran lunga quella che può essere generata dai suddetti fenomeni. Insomma, sono molti ancora i dubbi legati a questa vicenda, anche se secondo alcuni sceinziati, sarebbe da escludere la bufala mediatica. I suoni proverrebbero da cause naturali legate ai fenomeni geologici influenzati dall’attività solare. Se così fosse saremmo di fronte ad un fenomeno interessantissimo tutto da studiare.

lunedì 18 giugno 2012

lunedì 11 giugno 2012

martedì 29 maggio 2012

2012 - Inversione dei poli magnetici !!! Da ipotesi a preoccupante realtà

La zolla tettonica Africana inverte la sua spinta millenaria e si allontana, la terra trema e sia apre... e iniziata l'inversione dei poli magnetici !!! da ipotesi a preoccupante realtà !!!

Che i poli magnetici della Terra si spostino nel tempo non è una novità, le analisi geologiche mostrano che poco più di 700mila anni fa Nord e Sud magnetico erano addirittura invertiti. Di solito il movimento è abbastanza lento ma negli ultimi 150 anni ha mostrato una preoccupante accelerazione. In particolare dal 1960 la velocità è passata dai circa 9km all’anno ai 55km all’anno registrati nel 2007 fino ai 64km all’anno calcolati quest’anno. La direzione sembra essersi assestata in linea retta dal distretto canadese settentrionale verso la Russia. Se questa sorta di fuga magnetica farà sorridere qualcuno, la cosa è tutt’altro che divertente.

Le conseguenze di uno spostamento magnetico così rapido potrebbero essere gravi non soltanto per le rotte migratorie di centinaia di specie di animali che sfruttano il magnetismo terrestre per muoversi ma soprattutto per quanto riguarda le rotte aeree e navali. Gli aerei in particolare hanno una strumentazione di rotta che si basa soprattutto sulla posizione dei poli magnetici e se questa posizione cambia in un anno di ben 64km potete facilmente immaginare quali potrebbero essere le conseguenze.

Per ovviate a possibili disastri negli atterraggi vanno infatti ricalcolati continuamente i parametri ed i calcoli continui si sa potrebbe generare degli errori. Ma c’è un problema decisamente maggiore, secondo fonti più che attendibili, parliamo del NOAA il famoso National Oceanic and Atmospheric Administration americano, l’accelerazione dello spostamento potrebbe indicare un imminente cambio di polarità del pianeta. In sostanza polo nord e polo sud potrebbero invertirsi. Il processo richiederebbe comunque del tempo ma a preoccupare non è tanto l’assestamento della polarità invertita quanto gli sconvolgimenti magnetici che la precederebbero e queste anomale accelerazioni di velocità potrebbero essere l’inizio del fenomeno.
L’effetto più disastroso sarebbe un annullamento od un quasi completo annullamento del campo magnetico che pare precedere e seguire. Indebolimento che si sta già verificando, nell’ultimo secolo è stato nell’ordine del 10% ma con gli ultimi dati si parla quasi del 15%. Cosa comporta un indebolimento del campo magnetico? Il campo magnetico ci protegge dalle radiazioni solari più pericolose, non quelle dell’abbronzatura per intenderci ma quelle che potrebbero distruggere tutte le forme di vita animale e vegetale del pianeta se lo colpissero continuamente. Un campo magnetico forte devia completamente la radiazione solare producendo in caso di vento solare intenso le famose aurore boreali ed australi. Un campo magnetico debole o addirittura nullo consentirebbe alle radiazioni di penetrare l’atmosfera causando danni incalcolabili ed incontrollati nel tempo a tutte le forme di vita fino alla completa estinzione.
Ad aggiungere la ciliegina sulla torta il 2012 si preannuncia come uno dei peggiori anni per l’attività solare, con un culmine della fase proprio tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013 quando sono previsti intensi brillamenti del nostro astro, brillamenti che stanno mettendo in fibrillazione tutta la comunità scientifica e non solo per i motivi sopraindicati. Le extra correnti indotte nelle linee elettriche da un improvvisa variazione del campo magnetico potrebbero infatti far saltare tutti i trasformatori gettando nel blackout interi paesi…..ma questa è ancora un’altra storia…….

29.05.2012 - IL RISVEGLIO DEL MARSILI -



L'ipotesi inquietante è avanzata da esperti in simologia.


- Redazione- 29 maggio 2012- Il Marsili è un vulcano sottomarino che si trova nel Tirreno meridionale, a circa 140 km a nord della Sicilia e circa 150 km a ovest della Calabria, e appartenente all’arco insulare delle Eolie.
Fonti hanno dichiarato che le frane lungo i versanti del vulcano fanno presagire che si sia risvegliato.
Alcuni geologi e sismologi avanzano l’ipotesi non tanto che le scosse di terremoto siano imputabili all’attività sismica del Marsili, ma che possano averne accentuato l’intesità.
Franco Ortolani, ordinario di Geologia e Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio ha allarmato “Bisogna al più presto organizzare sistemi di difesa dei litorali”, in tempi non sospetti aveva lanciato un allarme tsunami per le coste tirreniche.
La chiave di tutto sta nelle isole Eolie che potrebbero svolgere il ruolo di “sentinelle” e annunciare con netto anticipo l’arrivo dell’onda di maremoto.
Riportiamo una dichiarazione del professor Ortolani ridalente alla metà dello scorso anno.
 “Uno studio che ho avviato -spiega Ortolani – dopo il maremoto del 30 dicembre 2002 che interessò Stromboli, le isole vicine e la costa compresa tra Milazzo (Sicilia) e Marina di Camerota (Campania), ha evidenziato che, in base ai dati pubblicati (Tsunamis Research Team, Physics Dept – University of Bologna and National Institute of Geophysics and Volcanology (INGV) – Rome) negli ultimi 2000 anni vi sono stati 72 movimenti anomali del mare che hanno interessato le coste italiane. I risultati della ricerca eseguita con la collaborazione di Silvana Pagliuca del CNR, sono stati presentati al Congresso Internazionale di Geologia tenutosi a Firenze nell’agosto 2004. Il più recente maremoto italiano è stato quello che si è innescato poco dopo le ore 13 del giorno 30 dicembre 2002 nell’area di Stromboli, con conseguente inondazione della fascia costiera fino ad altezza di alcuni metri sul livello medio del mare. L’evento anomalo ha determinato seri danni ai manufatti più vicini al mare e ha provocato il ferimento di alcune persone; esso si è avvertito lungo la costa siciliana nella zona di Milazzo e in quella campana nel porto di Marina di Camerota. Il maremoto è stato innescato da una frana sottomarina”.

FONTE : "http://www.articolotre.com/2012/05/terremoto-e-risveglio-del-vulcano-sottomarino-marsili-ce-connessione/89500"


giovedì 24 maggio 2012

mercoledì 23 maggio 2012

Ammazzate il vitello grasso !!! (*)

La Pecora Nera è tornata !!!




(*) ["Oggi l'espressione ammazzare (o uccidere) il vitello grasso si adopera (spesso in senso parodico) per alludere a un grande festeggiamento, magari causato dal rientro più o meno improvviso di qualcuno."] 

domenica 20 maggio 2012

  Eclipse 20.05.2012 h.21.30

LIVE FROM FUJIYAMA  

by SOLAR POWER PANASONIC

http://www.ustream.tv/channel/eclipse-live-from-fujiyama-by-solar-power

 

 

Day -214


giorno 20 del Toro il suolo tremerà così forte, che aria, terra e cielo si oscureranno e i serpenti infedeli verranno sopraffatti da Dio. Grandi e improvvise inondazioni non permetteranno di trovare luoghi o terre sulle quali rifugiarsi, perchè l’onda raggiungerà il Fesulano olimpico
                                                                                                                                             Nostradamus

Il figlio della gallina bianca

Lo e', in senso figurato, chi ingiustamente gode di piccoli o grandi privilegi. 

20 MAGGIO 2012 - La lunga notte -


20 maggio 2012
Eclisse di Sole domenica 20 maggio 2012, in diretta su Segnidalcielo.it
Domenica 20 maggio il cielo offrirà un altro spettacolo straordinario: un’eclisse anulare di Sole. A differenza dell’eclisse totale, quando la Luna oscura completamente il Sole, in questo caso la copertura sarà parziale perché il nostro satellite si trova nella parte più lontana dell’orbita intorno alla Terra. Quindi la sua sagoma apparirà più piccola nel cielo, occultando soltanto l’88 per cento del disco solare. L’effetto però è estremamente suggestivo: nella fase centrale dell’eclisse, la Luna, sovrapponendosi al Sole, disegnerà un perfetto cerchio illuminato nel cielo. Peccato che in Italia non sarà visibile: il fenomeno interesserà parte dell’Asia, delle isole del Pacifico, Giappone e alcune zone del Nord America.

ECLISSI DEL 20 MAGGIO 2012


L’eclissi di oggi, guarda caso, si verificherà sullo zenith della piramide di Chichén Itzá, eretta in onore di Kukulkan, una divinità venerata dal popolo mesoamericano, del quale gli stessi Maya attendevano il ritorno e il dono di pace e serenità.

Quella del 20 maggio 2012 è una data ciclica nel calendario Maya, anche perchè è il giorno in cui si stanno allineando le Pleiadi, il Sole e la Terra. Un allineamento, così come l’eclissi, che riuscirono a prevedere molto tempo fa con grandissima precisione.

Un detto di questo popolo antico recitava “come in alto, così in basso“: i Maya erano infatti convinti che quello che accadesse nell’universo condizionasse in modo determinante le dinamiche naturali della Terra, sia quelle meteo/climatiche che quelle geo/vulcaniche, come i terremoti.

Anche Nostradamus, molto tempo dopo, sembra aver previsto un forte terremoto proprio in questa data: “giorno 20 del Toro il suolo tremerà così forte, che aria, terra e cielo si oscureranno e i serpenti infedeli verranno sopraffatti da Dio. Grandi e improvvise inondazioni non permetteranno di trovare luoghi o terre sulle quali rifugiarsi, perchè l’onda raggiungerà il Fesulano olimpico“.


e bhe ?  io sono nera, e allora?

giovedì 17 maggio 2012

SESTRI EXPIRED 293.000 VISITE !!!


La pecora nera !!!

Per associazione d'idee si definisce pecora nera della famiglia o di un gruppo di conoscenti un individuo che ha imboccato una cattiva strada o che non soddisfa le aspettative degli altri componenti.




È l'opposto di mosca bianca.

giovedì 3 maggio 2012

STI CAZZI !!!

Vulcani: torna in attivita' quello di Santorini


La caldera vulcanica di Santorini e' cio' che rimane di uno dei piu' grandi eventi vulcanici della storia, responsabile della scomparsa della civilta' Minoica 4mila anni fa. Ora, nuove analisi tramite GPS compiute dal Georgia Insistute of Technology negli Stati Uniti sembrano indicare una ripresa dell'attivita' della zona dove si trovava Santorini. 'Dall'esplosione di 4mila anni fa, la caldera sottomarina, che oggi ospita un gruppo di isole greche, ha avuto una serie di eventi vulcanici e geologici, l'ultimo dei quali un terremoto nel Gennaio 2011', ha spiegato Andrew Newman, autore dello studio pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters. 'I nostri monitoraggi dallo scorso settembre fino a gennaio - ha continuato - mostrano come l'espansione della caldera stia accelerando, a causa di un influsso di 14,1 milioni di metri cubi di magma circa 5 chilometri sotto la superficie'. Anche se per gli autori l'espansione non rappresenta necessariamente un'eruzione imminente, affermano anche un piccolo evento vulcanico potrebbe causare ceneri, frane o tsunami in tutta l'area interessata .

Super vulcano di Yellowstone più attivo!

 

Secondo i recenti studi, il supervulcano di Yellowstone sarebbe un po'' meno super ma più attivo di quanto si pensasse in precedenza. I ricercatori della Washington State University e del Centro di Ricerca dell’Università Scottish Environmental hanno scoperto che la più grande eruzione dello Yellowstone, che ha creato 2 milioni di anni fa il deposito di Huckleberry Ridge, è avvenuta in realtà in due diversi momenti di almeno 6.000 anni di distanza.

I loro risultati dipingono una nuova immagine di un vulcano più attivo di quanto si pensasse e può aiutare a ricalibrare la probabilità di un altra grande eruzione nel futuro. Prima che i ricercatori dividessero l’eruzione in due, era considerata la quarta più grande nota alla scienza.

"Il comportamento precedente del vulcano di Yellowstone è la migliore guida di ciò che farà in futuro", dice Ben Ellis, co-autore e ricercatore post-dottorato presso la Scuola Washington State University dell''ambiente."Questa ricerca suggerisce che le esplosioni dello Yellowstone sono più frequenti di quanto si pensasse".

Le nuove età di ogni eruzione del Ridge Huckleberry riducono il volume del primo evento a 2.200 chilometri cubici di magma, circa il 12 per cento in meno di quanto si pensasse. Una seconda eruzione di 290 chilometri cubi si è svolta più di 6.000 anni dopo.

Questa prima eruzione merita ancora di essere chiamato "super", in quanto è una delle più grandi conosciute che si sono verificate sulla Terra oscurando i cieli con la cenere dalla California meridionale fino al fiume Mississippi. In confronto, l’eruzione del 1980 del Mount St. Helens ha prodotto 1 chilometro cubo di cenere. L''esplosione più grande dell''Oregon del Monte Mazama 6.850 anni fa ha prodotto 116 chilometri cubici di cenere.

Che sia super o meno, un’eventuale eruzione dello Yellowstone nella nostra epoca, sarebbe davvero un disastro naturale senza precedenti. Solo un meteorite potrebbe far peggio…

mercoledì 18 aprile 2012

Gli orsi impazziti di Yellowstone - The Big One

 

Terremoti: Ring of Fire, la grande polveriera

A differenza del 26 dicembre 2004, stavolta l'onda anomala non c'è stata. L'Indonesia, e il mondo intero, hanno tirato un sospiro di sollievo.
Tuttavia, mentre l'attenzione globale era concentrata sul terremoto di magnitudo 8,6, a largo di Sumatra, e sulle sue potenziali catastrofiche conseguenze, è sfuggito a tutti che non si è trattato dell'unico sisma di una certa grandezza intervenuto in quelle 24 ore.
Nell'arco di un giorno se ne sono registrati almeno altri quattro:
- Messico, stato dMichoacan 7,0, terzo in ordine di intensità solo nell'ultimo mese;
- sempre in Messico, Golfo della California, 6,9;
- costa dell'Oregon, 5,9, nessun danno segnalato;
- costa di Honshu, Giappone, 5,6, non lontano da Fukushima;
Cosa hanno in comune tutti questi eventi, all'apparenza lontani tra loro? Sono tutti localizzati lungo il cosiddetto Ring of Fire dell'oceano Pacifico. Nome macabro e poetico allo stesso tempo, e in effetti un po' entrambe le cose. Una regione del mondo dal perimetro di oltre 40.000 km, che va dal Cile per proseguire lungo tutto la costa ovest del continente americano e poi in quella orientale del contiente asiatico, comprendendo Giappone, Filippine, Indonesia per poi toccare anche Australia e Nuova Zelanda. Qui si sono verificati l'81% dei maggiori terremoti e il 90% di quelli totali censiti dove sono seduti, e dove si trova il 90% dei 1500 vulcani attivi al mondo.
In quest'area, diretto risultato del continuo movimento piastre litosferiche, le attività geologiche sono così intense da essere state identificate e descritte ben prima che la stessa teoria delle tettonica delle placche fosse formulata.
Qui sono avvenuti alcuni dei più grandi sismi - i cosiddetti megathrust earthquakes - che gli esperti ricordino, come quello di Valdivia del 1960 (magnitudo 9,5; provocò 5000 vittime). Qui hanno avuto luogo anche le eruzioni più disastrose: quelle dei vulcani Tambora (1815), Krakatoa (1883) e soprattutto Toba (ca. 70.000 a.c.), che secondo un'accreditata teoria avrebbe portato l'umanità ad un passo dall'estinzione.
Secondo i dati del National Geophysical Data Center, il trend dei terremoti nella regione di magnitudo 6,0 o superiore è aumentato del 50% negli ultimi 110 anni.
Siamo dunque vicini al Big One, tema ricorrente del catastrofismo hollywoodiano? Secondo l'US Geological Survey, si direbbe di no. L'istituto riconosce che l'aumento statistico del numero di terremoti negli ultimi anni è (almeno in parte) dovuto all'ausilio di migliori rilevazioni. Prima molti fenomeni non erano rilevati perché colpivano zone remote o che comunque sfuggivano ad una adeguata misurazione: pensiamo ad esempio ai terremoti sottomarini. Il miglioramento dei sistemi di monitoraggio e prevenzione dopo il maremoto del 2004 ha permesso di tracciare un quadro più fedele delle attività geologiche in corso. In altre parole, con l'aumento e la migliore distribuzione dei sismografi, è statisticamente aumentato il numero dei terremoti.
Resta il fatto che i Paesi affiancati o attraverati da questa linea così turbolenta corrono rischi molto seri. Gli effetti dei cataclismi in Indonesia nel 2004 e in Giappone nello scorso anno sono ancora ben impressi nella nostra memoria, ma soprattutto in quella di coloro che li hanno subiti. Considerato che le calamità naturali non si possono evitare né prevedere, a fare la differenza tra una piccola e una grande tragedia è soprattutto la nostra capacità di prevenzione. E nonostante questo l'impatto degli eventi, in ogni caso, può sempre superare qualsiasi diligenza o cautela (Fukushima docet), fino a vanificarle.
La domanda non è se o quando, ma come.

TERREMOTO GLOBALE IN ATTO



Un disturbo sismico globale viene registrato dalla rete di monitoraggio dell'USGS,l'istituto di sorveglianza geologica degli Stati Uniti,il pianeta nelle ultime 24 ore e' stato investito da uno sciame di potenti terremoti che hanno colpito a macchia di leopardo lungo le maggiori linee di faglia della Terra.


I geologi ammettono di essere sconcertati dallo slittamento delle faglie avvenute nel fondale marino di Sumatra,uno spostamento laterale che ha scatenato l'imponente sisma di magnitudo 8,9 che ha procurato un effetto domino che si sta riverberando ancora in questo momento.Le zone a maggiore rischio sismico devono stare in allerta! in particolare lungo le coste del Messico,California,Giappone,Cile,Peru',Nuova Zelanda,Indonesia.

Big One

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
bussola Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi The Big One.
The Big One ("quello grosso", come viene chiamato negli Usa) è il nome dato ad un possibile futuro terremoto che potrebbe essere uno dei più potenti mai verificatisi negli Stati Uniti, superiore al settimo grado della Scala Richter. Questo terremoto potrebbe scatenarsi come conseguenza dell'elevato accumulo di energia nella Faglia di Sant'Andrea, che attraversa la California per 1300 km e si trova tra la placca nordamericana e la placca pacifica, che scorrono in senso opposto. La faglia passa vicino a molte città, tra cui San Francisco e Los Angeles, che sarebbero messe in forte pericolo dal Big One.
Alcuni studi realizzati nel 2005 affermano che le probabilità che il Big One colpisca la California entro 30 anni a partire dalla data dello studio sono molto alte.

Indice

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Studi e previsioni sul Big One [modifica]

In California, a causa della sua posizione sopra la faglia di Sant'Andrea, si verificano molto spesso terremoti, anche di forte intensità. Ciò è dovuto ai continui slittamenti tra le due placche tra le quali la faglia si trova, che trovando l'attrito delle rocce causano un grande accumulo di energia; quando questa supera l'attrito delle rocce viene liberata in superficie sotto forma di forti scosse sismiche.
Sono invece meno frequenti terremoti di grande intensità, cioè di magnitudo pari o superiore al 7° della Scala Richter. Ne sono esempi recenti il terremoto di Fort Tejon (poco a sud di Parkfield) nel 1857, di magnitudo 8, e il terremoto di San Francisco, nel 1906, di magnitudo 8,3.
I più recenti terremoti di grande intensità che si sono verificati lungo la faglia sono localizzati nel segmento settentrionale e nel segmento centrale. Nel segmento meridionale invece non si verificano terremoti di intensità maggiore del 7° della scala Richter da quasi 300 anni. Ed è proprio in questa zona che è previsto “l’arrivo del Big One”.
Uno studio del geofisico Yuri Fialko, dello Scripps Institute of Oceanography a La Jolla, CA (Usa)[1], ha dimostrato che la faglia di Sant'Andrea ha accumulato nel corso di questi anni un'energia sufficiente a scatenare il prossimo Big One, un terremoto simile ai grandi terremoti del passato, di magnitudo 7 o anche superiore.
Questo studio afferma anche che il rischio più alto sarebbe per la zona meridionale della faglia. Infatti per trovare tracce di un grande sisma avvenuto nella California meridionale bisogna risalire al 1680. Per questo motivo l'energia che si è accumulata in questo tratto è talmente elevata da accrescere la probabilità dell'arrivo di un imminente e violento terremoto.
L'energia che si è accumulata nel corso degli anni a causa dello slittamento delle placche avrebbe dovuto causare un movimento lungo il segmento meridionale della faglia di circa 7 metri negli ultimi 250 anni. Se questo fosse accaduto l'energia avrebbe potuto liberarsi “a piccole dosi” attraverso terremoti di intensità minore. Dato che ciò non è accaduto e che questa pressione non può essere accumulata all'infinito, c'è da aspettarsi che quando l'energia verrà liberata tutta di colpo sarà devastante.
Le previsioni su quando effettivamente ciò avverrà non possono essere fatte con certezza. I ricercatori, nel 2005, affermarono però che un terremoto di intensità 6,7° della Scala Richter, pari a quello che colpì Los Angeles nel 1994, o più grande, avrebbe colpito entro i successivi 30 anni, con il 99% delle possibilità. La probabilità questo terremoto sia catastrofico è invece del 46%, cioè che abbia intensità superiore a 7,5° della Scala Richter, circa 10 volte superiore a quello del 1994 (bisogna considerare che la Scala Richter è logaritmica, quindi un terremoto 7,7 è 10 volte più intenso di uno 6,7). In particolare la probabilità che il Big One colpisca di nuovo Los Angeles è del 67%, che colpisca invece San Francisco del 63%.[2]

I possibili effetti [modifica]

Dallo stesso studio, Yuri Fialko ha previsto che il Big One potrebbe avere un'energia sufficiente a far slittare i due labbri della faglia anche di 10 metri, quindi le conseguenze potrebbero essere peggiori rispetto al passato, quando il grande terremoto di San Francisco fece scivolare la faglia di circa 6,4 metri. Ecco perché si teme che il Big One possa essere il più grande terremoto mai registrato dall'uomo.
Se Big One colpisse l’area indicata con maggiore probabilità dagli studi, e con intensità maggiore di 6,7°, potrebbe distruggere Palm Springs e molte città nelle regioni di San Bernardino e Riverside, in California. Gli effetti potrebbero essere molto gravi per tutta la California meridionale, incluse le grandi metropoli e le aree molto popolate di Los Angeles, Orange County, San Diego e Tijuana.
Nell'immaginario popolare si pensa al Big One come al terremoto in grado di separare la California dal continente: tuttavia questo scenario, presentato nel romanzo "Last Days of the Late, Great State of California" [3] , essendo la faglia di Sant'Andrea di tipo trascorrente, non è plausibile.

Studi su come prevedere i terremoti e il Big One [modifica]

Gli studiosi affermano che con le tecnologie al momento disponibili non è ancora possibile prevedere con esattezza quando avverrà un sisma in una certa zona, anche se è possibile stabilire all'incirca dove accadrà. Questo è possibile basandosi sullo studio delle zone della Terra più a rischio, cioè le numerose faglie presenti lungo tutta la crosta terrestre, per esempio la Faglia di Sant'Andrea, e sul calcolo dell'energia accumulata nel sottosuolo di queste aree.
Ci sono però alcuni fattori che si possono considerare come segni premonitori, come accade già per lo studio di altri fenomeni, come le eruzioni vulcaniche.
Un terremoto nasce da una frattura che si propaga nelle rocce del sottosuolo, quando l'energia di deformazione, accumulata per anni, supera la resistenza delle rocce.
Prima che la frattura si propaghi fino alla superficie, questa altera alcune proprietà delle rocce, oppure può provocare fratture minori dalle quali vengono liberati dei gas, come il Radon, o ci possono essere alcune scosse di minore intensità.
Dall'analisi di tutti questi fattori si potrebbe, in teoria, prevedere quando un terremoto è vicino a manifestarsi. In pratica però non è così semplice, perché ad esempio le fuoriuscite di gas possono essere provocate da altre cause.
Allo stato attuale delle conoscenze non è possibile realizzare una previsione deterministica dei terremoti che indichi in modo esatto la localizzazione, l'istante e la forza dell'evento.
La scienza prevede che un eventuale metodo abbia valore solo se può essere applicato sempre nello stesso modo in una serie di eventi. I grandi terremoti non si verificano spesso, e non è dunque facile capire se ogni volta sono in gioco gli stessi fattori.
Altre previsioni vengono basate sullo studio dell'intervallo temporale dei sismi passati. Questo tipo di previsione fu applicata anche per prevedere l'arrivo di un terremoto a Parkfield, nel tratto centrale della faglia di Sant'Andrea. I sismologi l'avevano predetto, sbagliando, per il 1993, basandosi sull'intervallo temporale dei sismi passati (1857, 1881, 1901, 1922, 1934, 1966), che vedeva prodursi nella zona un terremoto ogni 22 anni. La previsione fu errata ma l'intensità e la zona dove sarebbe dovuto avvenire fu giusta. Il terremoto si verificò nel 2004 con un magnitudo 6,6° Richter.
Anche per le previsioni del Big One sono in corso molti studi, sia per prevedere con più precisione il momento in cui il terremoto si scatenerà, sia per cercare un modo per limitarne i danni. Yuri Fialko ha studiato la faglia attraverso la strumentazione piazzata direttamente lungo la faglia e basandosi su dati raccolti a partire dal 1985 da due satelliti Gps dell'agenzia spaziale europea, che hanno fornito informazioni sui movimenti del sottosuolo con estrema precisione, permettendogli di metterli in relazione con l'accumulo di energia.
Un altro progetto avviato in California nel 2004 dallo US Geological Survey ha consentito di raggiungere la frattura. L'obiettivo è quello di cercare di fornire invece strumenti per limitare i danni. Questo studio, chiamato La trivella di Safod (San Andreas Fault Observatory at Depth), sta studiando le proprietà delle rocce nel sottosuolo, nelle vicinanze della città di Parkfield. Questa città si trova lungo il segmento centrale della Faglia di Sant'Andrea, ma è una tra le poche zone lungo la faglia che solitamente sono risparmiate da grandi e frequenti terremoti. Proprio per questa stranezza l'area è sede della ricerca.
Le ipotesi formulate sono molte, ma sono tutte basate sul fatto che in quel frammento della frattura ci sarebbe, tra le due placche, una specie di lubrificante che attutisce i movimenti opposti. La trivella di Safod è arrivata a scavare fino al cuore della faglia, a 3200 metri di profondità e ha portato in superficie i primi campioni di rocce, permettendo di ottenere nuove conoscenze sulla composizione e sulla struttura di quel tratto della faglia.
Pare che in questo punto si trovino silicati gelatinosi, talco, acqua e altro. I primi risultati sono stati presentati alla Fondazione Ettore Majorana di Erice, nel corso della Euroconferenza sulla fisica delle rocce e geomeccanica, e potrebbero aiutare a capire dove potrebbero esserci i maggiori rischi lungo tutta la faglia.
Grazie a questi studi e alle moderne tecnologie di laboratorio, sarà possibile, riprodurre le forze agenti sul materiale rappresentativo di faglia e determinarne l'attrito e le proprietà fisico-chimiche delle sue rocce. Inoltre sarà possibile misurare direttamente nel cuore della faglia le forze agenti e le interazioni tra i fluidi in pressione che si trovano in profondità.

Gli orsi impazziti di Yellowstone

04/04/2012 - In America i grandi plantigradi hanno preso ad attaccare gli esseri umani: le contromisure sono drastiche

Gli orsi Grizzly, marchio distintivo del parco di Yellowstone, nel profondo Wyoming, hanno fatto fantasticare e sognare molti bambini; i cartoni animati di Yogi che si svolgono proprio qui li hanno trasformati in animali carini e con un che di “coccoloso”, per così dire. E invece, pare che i Grizzly di Yellowstone stiano diventando più un problema che altro.
EMERGENZA ORSI - Attaccano gli umani. Ed essere attaccati da un colosso di pelo e muscoli con zanne ed artigli affilati non è un’esperienza che un essere umano possa raccontare. In quella che si sta tramutando, velocemente, in un’emergenza, i rangers di Yellowstone a volte sono costretti a trasformarsi in carnefici. Slate ha un racconto completo della crisi degli orsi nel parco più famoso degli Stati Uniti, di cui Boing Boing ci presenta un’estratto. “L’eutanasia dell’orso noto come la Wapiti è stata il culmine degli orribili eventi che hanno terrorizzato Yellowstone per mesi, generando un’indagine che è andata avanti per mesi e ha allarmato i ranger, i visitatori e i biologi conservazionisti incaricati di tenere gli orsi al sicuro”.
CONTRADDIZIONI - Gli orsi hanno ucciso, in “più incidenti fra luglio ed agosto”, degli avventori e dei visitatori. L’orsa è stata abbattuta, il che è stato un evento abbastanza simbolico per chi si occupa tutti i giorni di convivere con questi maestosi animali: “Nei casi più dolorosi”, scrive Boing Boint, “le persone che proteggono questi animali sublimi e in pericolo di estinzione li devono anche uccidere”. Il racconto della donna che ha passato la notte a Yellowstone con il marito in una tenda ed è stata attaccata da un’orso alle 2 di notte è praticamente quello di un film dell’orrore.