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giovedì 10 dicembre 2009

global warming - COPENAGHEN -




COPENAGHEN

La Cina si rivolge direttamente al presidente statunitense Barack Obama (i due Paesi emettono insieme il 40% dei gas serra) e apre alla trattativa per trovare un accordo concreto al vertice di Copenaghen. Pone come condizione l'aumento del taglio delle emissioni inquinati da parte dei Paesi più industrializzati e offre in cambio un ruolo costruttivo nei negoziati e la disponibilità ad aprire i cordoni della borsa per aiutare le nazioni in via di sviluppo con le nuove tecnologie «verdi» in modo che non siano interamente a carico dei Paesi industrializzati. Washington, pressata da Sarah Palin, capofila dei repubblicani più «arrabbiati», che chiede a Obama il boicottaggio del vertice «politicizzato» di Copenaghen che penalizzerebbe il lavoro e le aziende Usa, indica la necessità di «agire ora», ma che «userà il buon senso» e lavorerà d'intesa con il Congresso americano.

CINA
Xie Zhenhua, capo negoziatore cinese al vertice sul clima dell'Onu, ha assicurato che Pechino vuole giocare un ruolo costruttivo nel summit, il cui successo dipende in larga parte dall'accordo con Washington. «Spero davvero che il presidente Obama possa portare un contributo concreto a Copenaghen», ha detto Xie. Secondo la Cina, i Paesi ricchi devono tagliare i gas serra di almeno il 25-40% entro il 2020. In questo caso Pechino «valuterà» l'obiettivo globale di dimezzare le emissioni entro il 2050. Quanto al contributo da destinare ai Paesi più poveri, secondo Xie non bastano 10 miliardi di dollari all'anno per il triennio fino al 2012. «Non neghiamo l'importanza di un obiettivo a lungo termine, ma penso che un obiettivo di medio termine sia più importante: dobbiamo risolvere il problema immediato». Secondo il ministro per la Programmazione economica, lo Sviluppo e le Riforme, i Paesi ricchi entro il 2020 dovrebbero tagliare le loro emissioni del 25-40% sotto i livelli del 1990. In alcuni incontri preparativi, la Cina aveva insistito per un taglio di «almeno il 40%». Xie ha aggiunto che la Cina preferirebbe un accordo finale vincolante, ma che se ciò non fosse possibile, una calendarizzazione non oltre giugno per il nuovo trattato sarebbe «molto buona».

USA
Il cambiamento climatico c'è e dopo tanto lavoro dei negazionisti adesso ci uniamo alla lotta ai gas serra. Lo ha detto Lisa Jackson, responsabile dell' Agenzia americana per l'ambiente (Epa). «Dobbiamo agire ora», ha detto Jackson annunciando la volontà di impegni per i Paesi in via di sviluppo. In America «lavoriamo per l'energia pulita», ma anche per incrementare i lavori verdi e per l'aumento dell'efficienza energetica e alle tecnologie pulite, ha assicurato. Il capo dell'Epa ha aggiunto che Washington userà «il buon senso» e lavorerà di concerto con il Congresso. Il Senato Usa sta discutendo il taglio del 20% delle emissioni entro il 2020, mentre la Camera ha abbassato il limite al 17% dopo l'opposizione dei democratici degli Stati con miniere di carbone. Jackson ha dichiarato l'intento di lavorare «insieme» al Parlamento per tagliare di oltre l'80% le emissioni entro il 2050.

MENTRE LORO DISCUTONO...
ICEBERG GRANDE COME BOLOGNA DAVANTI SUDAUSTRALIA





MILANO - Diciannove per sette chilometri: una montagna di ghiaccio, grande come Bologna, è stata scoperta davanti alle coste a sud dell'Australia. «È un iceberg molto, molto grosso», ha spiegato il ricercatore australiano Neal Young. Come evidenziano le immagini satellitari della Nasa e dell'agenzia europea Esa, il colosso bianco si trova a circa 1700 chilometri a sud del continente australiano.

Il ricercatore ha spiegato ai media del Paese che l'iceberg, chiamato «B17B», fa parte di un lastrone di ghiaccio con una superfice di 400 chilometri quadrati, staccatosi dieci anni fa dall'Antartide, più precisamente dalla piattaforma di Ross. L'iceberg è alla deriva in mare aperto da circa un anno. Per gli scienziati si tratta di un avvenimento sensazionale.

mercoledì 9 dicembre 2009

In Norvegia incredibile spirale di luce - Ufo - Porta Interdimensionale -

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Fonte Il corriere della sera

Norvegia :

Terra dove non si è abituati a fare molto chiasso ma dove ci sono corpose testimonianze di avvistamenti, è comparsa una "roba" strana in cielo: è una luce a forma di spirale, che ha immediatamente scatenato il dibattito. Merce umana, ad esempio un missile balistico lanciato (male) da un sottomarino russo? Un fenomeno atmosferico, visto che in qualche modo ricorda un'aurora boreale, anche se le aurore boreali sono preventivabili con approssimazione più che buona (esiste un sito, della Nasa se non erro, che fissa un vero e proprio calendario di giorni probabili)? Oppure, appunto, un oggetto volante non identificato? La tesi del missile è molto gettonata, anche per la scia che appare nelle immagini: peraltro, sembra che la marina russa abbia precisato di non aver avuto manovre in corso (questo non significa che possa averle fatte in barba all'ufficialità). Insomma, il solito bel calderone nel quale rigirare il mestolo. Parto riproponendovi l'articolo scritto dal collega Elmar Burchia: probabilmente molti di voi l'avranno già letto sulla home page del nostro sito.

Alcune luci di colore bluastro e a forma di spirale avvistate nei cieli di Norvegia hanno lasciato a bocca aperta migliaia di residenti. L'incredibile fenomeno, visto mercoledì mattina poco prima delle otto dalla provincia di Trøndelag fino a Finnmark, ha stupito molte persone e alimentato una vera e propria psicosi di massa, amplificata anche dalle tv locali. Per gli esperti si tratta del lancio fallito di un razzo russo.

SPIRALE

Il fenomeno è cominciato quando una misteriosa luce è apparsa da dietro una montagna; si è fermata a mezz'aria ed ha poi cominciato a muoversi in circolo. Un po' come quella vista nei film di Batman quando il supereroe proietta nel plumbeo cielo di Gotham il ben noto segnale. Nel giro di pochi secondi la gigantesca spirale era visibile per diversi chilometri nei cieli a nord del Paese. Secondo il racconto dei testimoni un fascio luminoso di colore blu-verde è poi fuoriuscito a grande velocità dal centro della spirale stessa. L'inspiegabile evento è durato una dozzina di minuti prima di scomparire completamente. Come accade in simili circostanze l'istituto meteorologico norvegese è stato preso letteralmente d'assalto dalle telefonate dei residenti. Gli astronomi escludono possa essere connesso all'aurora boreale, molto frequente in quest'area. «Non ho mai visto una cosa simile», ha detto Erik Tandberg, uno dei massimi esperti del paese in questo campo. Il fenomeno è stato ripreso con i cellulari e le fotocamere e pubblicato sul web.

VIDEO INCREDIBILE

giovedì 17 settembre 2009

sESTRI EXPIRED - NON CENSURA - Videocracy - Basta apparire

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Videocracy - Basta apparire
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Videocracy - Basta apparire

Paese: Svezia
Anno: 2009
Durata: 85 min
Genere: Documentario
Regia: Erik Gandini

Contenuti


È un'analisi del potere della televisione e di come essa influenzi comportamenti e scelte della popolazione italiana, di come essa sia entrata nella vita quotidiana come principale fonte di informazione per la quasi totalità delle persone. Gandini focalizza l'attenzione soprattutto sull'impero mediatico di Silvio Berlusconi e su come questo sia la fonte del suo potere politico. Il documentario non approfondisce la vicenda berlusconiana ma si evolve per suggestioni, evidenziando la penetrazione sociale dei valori promossi dalla televisione commerciale. Nel documentario sono presentati, come personaggi paradigmatici della videocrazia e della perdita dei valori sociali, Lele Mora (che a fine film pronuncerà il 'basta apparire' che compare nel titolo) e Fabrizio Corona.
Diffusione [modifica]

Rai e Mediaset si sono rifiutate di trasmettere il trailer[1], la prima ritenendo che il film attacchi il Governo e necessiti quindi di un messaggio di segno opposto per garantire l'imparzialità del servizio pubblico, la seconda per "ragioni di opportunità" a causa della critica alla televisione commerciale in esso contenuta.


La "censura" dei trailer ha causato da una parte alcune reazioni di sostegno a livello politico[2], dall'altra alcuni commentatori hanno visto nei trailer la volontà di cercare visibilità per fini pubblicitari[3].

Il film è stato presentato alla 66ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia[4], nella sezione delle Giornate degli Autori[5] in collaborazione con la Settimana Internazionale della Critica[6].

Fabrizio Corona, assente alla prima al Festival[7], si è in seguito riferito a Gandini come una persona "brava, intelligente e furba", imputando al regista di avergli presentato il film in un modo per poi sviluppare il progetto in maniera diversa[8].


Nel primo fine settimana di proiezione in Italia, il film ha riscontrato un alto successo di pubblico, pur essendo presentato in un numero limitato di sale, 70[9].
Note [modifica]

1. ^ Maria Pia Fusco. «La Rai rifiuta il trailer di Videocracy "È un film che critica il governo"». La Repubblica, 27-8-2009. URL consultato in data 7-9-2009.
2. ^ «La Rai non trasmette trailer Videocracy: «C'è un messaggio politico». È scontro». Il Messaggero, 27-8-2009. URL consultato in data 9-9-2009.
3. ^ Michele Anselmi. «La censura sbaglia, ma l'ossessione Silvio fa molti prigionieri». Il Riformista, 28-8-2009. URL consultato in data 9-9-2009.
4. ^ Maurizio Porro. «Razzismo e «Videocracy»: politici italiani alla berlina». Corriere della Sera, 4-9-2009. URL consultato in data 7-9-2009.
5. ^ Scheda del film sul sito delle Giornate degli Autori. URL consultato il 7-9-2009.
6. ^ Calendario proiezioni sul sito della Settimana Internazionale della Critica. URL consultato il 9-9-2009.
7. ^ «Venezia accoglie bene "Videocracy". Corona non arriva». Gazzetta di Parma, 4-9-2009. URL consultato in data 9-9-2009.
8. ^ «Corona bacchetta "Videocracy": «Mi è piaciuto, ma Gandini è un furbo»». Corriere della Sera, 8-9-2009. URL consultato in data 9-9-2009.
9. ^ «Cinema: vola subito 'Videocracy'». Corriere della Sera, 7-9-2009. URL consultato in data 7-9-2009.