Fra le due guerre mondiali, durante quella che viene chiamata "l'Età dell'oro dell'archeologia biblica", vennero intraprese numerose campagne di scavo nei territori degli attuali Stati di Israele e Giordania per trovare riscontri alle narrazioni del Vecchio Testamento. Negli anni Trenta in particolare, l'archeologo americano Nelson Glueck aveva affermato di aver trovato le antiche miniere di rame di re Salomone nell'attuale distretto giordano di Faynan, che corrisponde al regno di Edom della Bibbia.
Negli anni Ottanta l'interpretazione di Glueck era stata però respinta sia perché appariva sempre più probabile che i testi scritti a cui si faceva riferimento risalissero al V secolo a.C, ossia molto dopo i supposti eventi, sia perché gli scavi condotti da archeologi inglesi fra gli anni settanta e ottanta sembravano indicare che l'Età del ferro in quella regione non fosse che iniziata successivamente al VII secolo a.C.
Come è illustrato in un articolo sui Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), ulteriori scavi nel sito di Khirbat en-Nahas - resi possibili anche dell'uso di immagini da satellite forniti da Google Earth - e soprattutto il ricorso a più accurate tecniche di datazione al radiocarbonio hanno ora permesso a un gruppo di ricercatori diretti da Thomas Levy dell'Università della California a San Diego e Mohammad Najjar della Friends of Archaeology in Jordan, un'associazione internazionale di archeologi, di retrodatare al X-IX secolo a.C. l'attività delle miniere, ossia a un periodo del tutto compatibile con quello della narrazione biblica. La quantità di reperti identificati fa anche affermare agli archeologi che le produzioni delle miniere di Khirbat en-Nahas erano di scala industriale.
Ulteriori dati a conferma della tesi derivano dagli svariati artefatti, fra cui uno scarabeo e un amuleto, di origine egizia rinvenuti in uno strato degli scavi corrispondente a un grave crollo nella produzione della miniera alla fine del X secolo a.C, probabilmente in concomitanza con la campaga militare condotta dal faraone Sheshonq I che, dopo la morte di Salomone, cercò di stroncare l'attività economica di quella regione.
"Grazie ai dati del primo scavo sistematico abbiamo potuto mettere a fuoco il ruolo della metallurgia nel regno di Edom e abbiamo le prove che società complesse erano ben attive nel X e IX secolo a.C., tanto da riconsiderare il dibattito sulla veridicità delle narrazioni bibliche relative a quel periodo", ha osservato Levy. "Non possiamo credere a tutto quello che c'è in questi antichi scritti, ma questa ricerca rappresenta un punto di confluenza fra i dati archeologici e scientifici e quelli della Bibbia. Il nostro lavoro dimostra l'importanza dei metodi obiettivi che consentono ai ricercatori di valutare i dati in modo spassionato. Ciò è di particolare importanza per 'l'archeologia storica' che si muove intorno ai testi sacri, che si tratti del Mahabharata indiano o delle saghe islandesi, dove i reperti archeologici sono l'arena per fiere dispute ideologiche e culturali."Fonte:" http://lescienze.espresso.repubblica.it "
Nessun commento:
Posta un commento