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giovedì 22 maggio 2008

Assenzio

Che cos’è l’assenzio?

L’assenzio è un liquore verde molto forte che contiene l’erba amara chiamata assenzio maggiore, reso gradevole al palato bevendolo diluito con acqua ghiacciata e zucchero. L’assenzio è stato notato per i suoi potenti effetti e rimane una sostanza vietata in paesi come gli USA, ma è oggi disponibile in Italia ai sensi delle leggi dell’Unione Europea.*

L’assenzio venne alla ribalta nel XIX secolo come una bevanda culturale decantata nei caffè francesi, la scelta preferita di artisti e poeti famosi (Hemingway, Van Gogh, Picasso, Toulouse-Lautrec, Oscar Wilde) che la bevevano per trovarvi ispirazione ed era spesso usata anche come soggetto delle loro opere.

Per molti anni l’assenzio fu considerato una minaccia seria per il settore vinicolo in Francia!

Nel 1910 furono venduti in Francia trentasei milioni di litri di assenzio. Le cifre di vendita annuali salirono a duecentoventi milioni di litri nel 1912, ma entro il 1915 tale cifra crollò a zero, poiché l’assenzio divenne una sostanza proibita.

* In conformità con il decreto legislativo DL 25.01.92 N. 107

Le origini dell’assenzio

Molte persone in epoche diverse hanno considerato l’assenzio un tonico toccasana. Nel corso della storia sono stati prescritti svariati miscugli di alcol e assenzio per curare di tutto, dal colera ai problemi di stomaco. I primi riferimenti sono presenti in papiri egizi e persino nella Bibbia. Lo studioso romano Plinio il Vecchio lo chiamò apsinthium nel I secolo dopo Cristo e annotò che era usuale che il campione nelle corse delle bighe bevesse una tazza di foglie di assenzio affogate nel vino che gli dovevano ricordare che anche la gloria ha il suo lato amaro. Lo raccomandava inoltre come elisir di giovinezza e come cura per l’alitosi. Pitagora prescriveva la stessa bevanda per assistere il travaglio durante il parto. Ippocrate lo consigliava per itterizia, reumatismi, anemia e dolori mestruali. Di fatto, l’uomo acclamato come l’inventore dell’assenzio come lo conosciamo oggi era un medico francese chiamato Pierre Ordinaire, che nel 1792, dopo essere fuggito dalla Rivoluzione Francese, si stabilì a Couvet, in Svizzera, dove trovò l’erba assenzio maggiore (Artemisia absinthium). Come molti medici di campagna, egli preparava i propri rimedi e conoscendo l’uso dell’assenzio nei tempi antichi, iniziò a sperimentarlo.

Dr Ordinaire distillò un forte liquore (68° Vol.) contenente assenzio, anice, issopo, dittamo, acoro, melissa (un tipo di menta) e svariate quantità di altre erbe comuni. Il suo assenzio divenne estremamente famoso come toccasana a Couvet e fu denominato già da allora La Fée Verte (La Fata Verde).

Si dice che alla sua morte lasciò la sua ricetta segreta alle sorelle Henriod, anch’esse di Couvet, ma alcuni credono che le sorelle Henriod producessero il loro assenzio già molto prima di Pierre Ordinaire. In entrambi i casi, possiamo vedere che l’uso dell’elisir di assenzio e il vino miscelato all’assenzio risale a migliaia di anni di fa, ma Dr Ordinaire fu indubbiamente il primo a promuovere La Fée Verte, così come la bevanda divenne famosa nel XIX secolo. Durante questo periodo molte distillerie comparvero in Francia e in Svizzera producendo marchi diversi di assenzio. Durante questo periodo molte distillerie comparvero in Francia e in Svizzera producendo marchi diversi di assenzio.

Il divieto dell’assenzio francese

La reputazione della pozione magica non era accettata universalmente. In parte, ciò era dovuto alla popolarità esplosiva della bevanda alla fine del XIX secolo. La richiesta di assenzio era così grande che si cominciarono a produrre versioni economiche e tramite espedienti. Per esempio, vi sono documenti relativi ad intrugli contenenti alcol puro miscelato a olio di assenzio non distillato e solfato di rame (per colorarlo di verde) che venivano quindi senza scrupoli spacciati per assenzio, ma come si può immaginare, tali bevande avevano ben pochi legami con un toccasana alle erbe.

Nel 1907 la Ligue National Contre L’Alcoolisme [Lega Nazionale contro l’Alcolismo] francese iniziò una campagna contro il consumo di alcol in generale, ma il loro obiettivo principale era la proibizione dell’assenzio e lo schernivano chiamandolo la causa di un delirio allucinogeno che avrebbe portato ad une correspondance pour Charenton (un biglietto per Charenton, il manicomio alla periferia di Parigi). Una campagna a base di cartelloni spuntò in tutta la Francia, alcuni promuovevano l’assenzio, altri ne mettevano in guardia dai suoi mali, e nel 1915 venne soddisfatto il desiderio dei nemici dell’assenzio.

Dopo avere deciso inizialmente di fornire assenzio alle truppe come strumento di prevenzione contro la malaria, il Governo francese decise di vietare l’assenzio, dichiarando che era il motivo per cui le truppe impazzivano nelle trincee e per la diffusa diserzione durante la Prima Guerra Mondiale.

E’ importante notare che, mentre questo era il motivo ufficiale espresso dal Governo francese per tale divieto, vi contribuirono altri fattori, non meno importante il fatto che negli anni immediatamente precedenti la Grande Guerra, l’assenzio stava soppiantando il vino quale bevanda favorita della cultura dei caffè parigina. Ciò era in parte dovuto ad anni di inaridimento dei vigneti. Negli anni tra il 1870 e il 1880 un minuscolo insetto noto col nome di filossera decimò le radici delle viti in tutta la Francia. Dopo numerosi anni si notò che la filossera non aveva alcun effetto sugli innesti nelle regioni orientali degli Stati Uniti. Si pensò quindi che se le radici potevano viaggiare, forse le uve francesi potevano essere innestate sulle radici immuni. L’idea funzionò e quindi si rivelò che la maggioranza dei vigneti francesi riuscirono a risorgere grazie alle radici provenienti dal ‘Nuovo Mondo’.

Nel frattempo, con una disponibilità di vino limitata e prezzi spinti sempre più in alto, un bicchiere di assenzio rimaneva una possibilità molto più accessibile, e una volta miscelato, risulta avere più o meno la stessa gradazione di un bicchiere di vino e viene assorbito nella stessa maniera. Pertanto i francesi adottarono l’assenzio come il perfetto sostituto del vino.

Il Governo francese desiderava assicurarsi che il settore vinicolo non crollasse completamente, e i vigneti avevano una posizione politica molto maggiore delle distillerie di assenzio. La sparizione dell’assenzio garantì che quando l’uva da vino ritornò buona, il vino potesse riprendere la sua posizione di bevanda nazionale francese.

Assenzio

Fino ad oggi l’assenzio è ancora illegale in paesi come gli USA. Ma che cos’ha quindi l’assenzio che lo ha reso così adorato e temuto allo stesso tempo? L’ingrediente essenziale è un’erba nota comunemente col nome di assenzio maggiore (Artemisia absinthium).

Lasciando da parte del tutto gli impieghi medicinali storici dell’assenzio, esso contiene una sostanza chimica chiamata tujone, che è molto simile alla sostanza chimica attiva nella canapa indiana, THC (tetraidrocannabinolo). Analisi effettuate da scienziati negli anni ‘60 e ’70 mostrano che quest’affinità non è una coincidenza. Entrambe le sostanze chimiche sono terpenoidi. Ciò significa che sia tujone sia THC esercitano i loro agenti psicotomimetici interagendo con un recettore comune nel sistema nervoso centrale, afferma lo scienziato J del Castillo scrivendo un articolo sulle affinità tra gli effetti psicologici attributi all’assenzio e a quelli della marijuana (rivista Nature, 31 gennaio 1975).

Oggigiorno, il tujone è una sostanza controllata nell’ambito dell’Unione Europea. Il contenuto di tujone nell’Assenzio La Fée rientra in questi parametri legali ma paragonabili a livelli comunemente rilevati nell’assenzio del XIX secolo.

In breve tutto questo significa che un vero assenzio che contiene assenzio maggiore (Artemisia absinthium) offre un’esperienza diversa da quella di una ubriacatura.

Perché possiamo bere ora l’assenzio?

Nonostante il divieto interno, è possibile vendere in altri paesi l’assenzio prodotto in Francia, perché quando il divieto fu messo in atto nel 1915 il Governo francese lasciò in vigore una licenza per solo esportazione, il che significava che avevano la possibilità di liberarsi dei laghi di assenzio rimasti dopo il divieto. E’ per questa decisione che un numero molto limitato di istituzioni come il Savoy Hotel di Londra riuscì a riempire le proprie cantine di assenzio. Il Savoy Cocktail Book, pubblicato per la prima volta negli anni ’30 è ricco di cocktail contenenti assenzio.

Dopo che i proprietari di La Fée ebbero stabilito che questa licenza di esportazione esiste ancora tutt’oggi, si aprì la strada all’assenzio francese per essere nuovamente messo in vendita, ma solo in paesi al di fuori della Francia.

In Italia, la vecchia monarchia vietò l’assenzio dopo un referendum nel 1931; ma, già nel 1998, i proprietari de La Fee avevano constatato che il Diritto dell’Unione Europea avrebbe consentito la vendita dell’assenzio nel Regno Unito. Continuarono le loro ricerche, il che portò all’emissione del decreto legislativo dell’Unione Europea DL 25.01.92 N. 107, che consente ora, con l’assistenza della Velier, la vendita dell’assenzio in Italia.

Perché l’assenzio viene spesso chiamato La Fata Verde?

La Fée Verte, che significa letteralmente la fata verde, era il famoso soprannome dell’assenzio, con riferimento al colore della bevanda e all’incantesimo in cui avvolgeva le persone che lo consumavano. La fata verde divenne un personaggio noto nelle illustrazioni di poster promozionali, spuntando spesso come un genio seducente proveniente da una bottiglia o accarezzando un bicchiere di assenzio.

Nel film Moulin Rouge, Kylie Minogue appare come la personificazione della fata verde in una visione creata sotto gli effetti dall’assenzio.

Se osservate da vicino una bottiglia di La Fée vedrete che la fata è effettivamente riflessa nell’occhio sull’etichetta.

L’opinione di Oscar Wilde

Vi lascio con una citazione di Oscar Wilde nel periodo in cui era all’apice del suo fascino durante il

Un bicchiere di assenzio è poetico come qualsiasi altra cosa al mondo. Qual è la differenza tra un bicchiere di assenzio e un tramonto?

Oscar Wilde
Drammaturgo britannico e bon vivant (1854-1900)

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