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sabato 20 giugno 2009

Droni già negli anni "70


In un corposo articolo intitolato Il ritorno di Nibiru, il ricercatore indipendente Cristoforo Barbato, oltre ad esplorare il tema del pianeta X, indugia sulle innovazioni tecnologiche che, sin dagli anni '70 del XX secolo, conobbero una formidabile accelerazione nell'ambito dei sistemi informatici applicati alla gestione di aerei senza pilota. Ciò è molto importante, se ricordiamo che l'operazione “scie chimiche” è attuata in gran parte con droni (definiti anche U.A.V., ossia Unmanned aerial vehicles), la cui tecnologia non è quindi recente. Da sottolineare anche l'interesse che i militari mostrano per lo spazio: non si tratta soltanto di osservazioni astronomiche, poiché uno degli scopi reconditi potrebbe essere “il monitoraggio dell’attività extraterrestre in entrata ed uscita dalla nostra atmosfera”. Riportiamo la parte dello studio contenente gli addentellati con la questione “chemtrails”.

Parte del lavoro di John Maynard, [è stato un analista dei servizi segreti militari americani inizialmente con l’Army Security Agency (l’Intelligence dell’Esercito) in seguito in seno alla D.I.A. (Defense Intelligence Agency)] quando era nella D.I.A., riguardava il progetto D.O.C.L, Direct Orbital Code Link (a volte ribattezzato Docile), un sistema che annovera circa 5 miliardi di dollari di satelliti progettati per comunicare con velivoli classificati dell’Aeronautica militare degli Stati Uniti e possibilmente anche per esaminare lo spazio profondo. Infatti, stando alle dichiarazioni di Maynard, uno degli scopi reconditi del progetto D.O.C.L della D.I.A. sarebbe il monitoraggio dell’attività extraterrestre in entrata ed uscita dalla nostra atmosfera.

Una conferma diretta alle affermazioni di Maynard sul classificato progetto D.O.C.L si può trovare nelle sorprendenti rivelazioni fatte negli anni ’90 dallo statunitense Edgar Rothschild Fouché in merito ai programmi speciali segreti dell’U.S.A.F. e della National Security Agency. Fouché, ex membro dell’Intelligence dell’Air Force americana che ha prestato servizio a Groom Lake nell’Area 51, ha lavorato con diverse strutture aerospaziali militari e produttori di elettronica negli Stati Uniti. Ha partecipato alla progettazione, sviluppo, produzione e valutazione di volo operativo nei programmi classificati di sviluppo aereo, incluse contromisure elettroniche, comunicazioni satellitari, equipaggiamento di cripto-logica e di supporto.

Durante la sua carriera militare, è stato selezionato nei quadri ed in molti programmi di sviluppo dei più recenti cacciabombardieri dell’Air Force. Altri programmi di ricerca e sviluppo per i quali lavorò dagli anni ’70 sono ancora classificati Top Secret. Fouché ha ricevuto una formazione tecnica per oltre 4.000 ore dall’Esercito e dal Governo, di cui circa la metà in addestramento classificato. Per venti anni ha lavorato con l’Aeronautica militare e con le Agenzie del Dipartimento della “Difesa”, seguiti da altri otto anni come Dirigente a contratto della Difesa. “Ero uno dei pochi impiegati a Nellis - afferma Fouché - munito di un nulla osta di segretezza Top Secret, con accesso alle decodificazioni criptate.

Avevo il certificato di accesso al Modello 4 IFF (un sistema aereo che rispondeva ai codici classificati criptati). Avevo anche il permesso di lavorare su altri dispositivi criptati di cui non posso parlare. Per una serie di combinazioni e data la mia perizia tecnica mi fu richiesto di prestare servizio in un luogo non identificato. Al mio terzo giorno di lavoro a Groom, dovetti rimuovere un modulo da un pezzo di equipaggiamento per la comunicazione satellitare a più comparti, usato per sostenere alcuni velivoli nelle missioni speciali. Notai, mentre ero all’interno del comparto a controllare i cavi elettrici, che conteneva un’unità sigillata grande più o meno come una grande borsa e che aveva una targhetta d’identità di copertura della National Security Agency.

La nomenclatura sulla targa recitava Direct Orbital Code Link. Pensai che fosse strano, visto che l'unità era parte di un collegamento di comunicazione digitale, usato unicamente per comunicare con veicoli dell’Aeronautica classificati. Non ero a conoscenza allora di missioni militari orbitali non affiliate alla N.A.S.A. Ricordatevi che erano gli ultimi anni '60. Lo Shuttle non volò fino al 1981. Disinserii l’unità e, per curiosità, rimossi la calotta dell’accesso posteriore. Con mio stupore vidi che al suo interno c'era circa una mezza dozzina di grossi chip ibridi a circuito integrato. Il più grosso chip era collegato ad oltre 500 moduli dello spessore di un capello ed era grande più o meno come un accendino Zippo. Il timbro d’ispezione sul chip datava 1975.

Nel 1975 la velocità più elevate di lavorazione, sui progetti più classificati, equivaleva a quella di un computer I.B.M. 8088 che girava alla velocità di 4 milioni di cicli al secondo. Questa unità aveva una velocità di lavorazione di 1 miliardo di cicli al secondo. Fu solo dopo circa dodici anni che vidi una tecnologia paragonabile a questo chip a circuito integrato. Più tardi vidi alla I.T.T. un progetto top secret di sviluppo di avionica. Nella mensa a Groom, sentii termini come Lorentz Forces, detonazione ad impulsi, radiazioni al ciclotrone, generatori di campo a trasduzione di flusso quantico, lenti energetiche simili al cristallo e accumulatori quantistici E.P.R. (Electron Paramagnetic Resonance). Ogni giorno scrissi sul mio “diario di bordo” tutto ciò che vidi, ascoltai e toccai. Rientrato alla base, la mia routine proseguì come sempre.

Il mio amico alla N.S.A., Jerald, indagò ed osservò le persone impiegate in lavori molto classificati al Nevada Test Site e al Nellis Range. Stava controllando un tizio che lavorava al Nevada Test Site, dove facevano esplodere bombe atomiche sotterranee. Accennò per caso ad un aereo che poteva essere lanciato in orbita e ritornare ed atterrare nel deserto del Nevada. Era un veicolo di ricognizione radiocomandato che decollava da un bombardiere B-52 ed usava dei razzi a impulso, da collocare temporaneamente in una orbita terrestre bassa per scattare foto ricognitive. Pensai che mi stesse prendendo in giro.

Poi aggiunse: “Questo aereo è pilotato a distanza tramite il sistema D.O.C.L. di Groom”. In genere non sono così lento di comprendonio, ma non feci i giusti collegamenti fino a quando disse di nuovo: “Sai, il D.O.C.L sta per Direct Orbital Communications Link.” Bingo, avevo visto un pezzo del sistema D.O.C.L. a Groom: era l'unità della N.S.A. con grossi chips”.

Leggi qui l'intero articolo di Cristoforo Barbato

Articolo originale commentato dai lettori

da "Il ritorno di Nibiru" di Cristoforo Barbato

Postato da: Zret

Fonti: tankerenemy.com - Scie Chimiche (Chemtrails) - tanker-enemy.tv

http://www.ecplanet.com/blog/archive/2009/06/07/droni-gia-negli-anni-70.html

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