di Luigi Mascheroni
C’è chi è profondamente convinto che Il codice da Vinci, romanzo o film poco importa, nasconda una verità a proposito della reale missione della Chiesa cattolica, o perlomeno di alcuni suoi gruppi di potere.
Così come c’è chi crede che Elvis Presley, piuttosto che James Dean, oppure una qualsiasi delle grandi star del passato morta accidentalmente, meglio se in età giovanile, in realtà sia ancora vivo, sotto anonimato, in qualche isola della Polinesia (mentre il «vero» Paul McCartney invece sarebbe morto nel 1966, sostituito da un sosia...).
Poi c’è chi è pronto a giurare che i governi mondiali nascondano da più di mezzo secolo, ossia dai fatti di Roswell, quando un oggetto misterioso cadde dal cielo nel deserto del New Mexico, nel 1947, le prove dell’esistenza di civiltà aliene. E chi sospetta pesantemente che le multinazionali del petrolio ci stiano ingannando sulla reale consistenza delle risorse energetiche del pianeta, per poter speculare sui mercati finanziari.
Del resto, secondo un sondaggio che il New York Post commissionò lo scorso anno a un istituto di ricerca dell’Università dell’Ohio, ben il 62% degli americani è convinto che il governo statunitense sapesse degli attentati dell’ 11 settembre e non fece nulla per evitarli, o addirittura ne sia il responsabile; il 42% sospetta che dietro l’assassinio del presidente John F. Kennedy a Dallas, nel novembre 1963, ci sia addirittura l’Fbi, o la Cia; e il 37% è sicuro dell’esistenza degli Ufo, tenuta nascosta dalle autorità governative che non ritengono pronti i cittadini per una rivelazione choc.
Soprattutto da quando Internet (che qualcuno peraltro ritiene uno strumento di controllo delle coscienze in mano a un non meglio precisato organismo sovrannazionale) si è rivelato uno straordinario motore di storie alternative, leggende metropolitane e verità virtuali, è impossibile dire, oggi, quante siano le teorie che - contro le versioni ufficiali, anche le più accreditate e le più logiche nella loro semplicità - preferiscono cercare la «vera» causa dei grandi eventi politici o sociali in una qualche cospirazione orchestrata da governi-ombra, élite di potere, oligarchie finanziarie, lobby politiche o sette religiose...
Però, se è difficile azzardare quanti siano i complotti (dal primo della Storia, quello dei Templari custodi del Sacro Graal, fino ai «veri» responsabili dell’attuale crisi economica globale), è possibile individuare le teorie della cospirazione più accreditate fra l’opinione pubblica. Quello che ha fatto il quotidiano The Independent, il quale ha stilato una vera «top ten» dei complotti, ossia l’elenco delle dieci «verità» che i governi - per i più svariati motivi - tengono nascoste.
Un ameno giochetto intellettuale? Non proprio se si pensa che, nata in Europa nell’ultimo Medioevo e poi esportata in America, la teoria del complotto accompagna da quasi un millennio i grandi eventi del pianeta, spesso con conseguenze devastanti: il più delle volte è completamente infondata, ma quando chi la coltiva sale al potere, come accadde a Hitler o a Stalin ossessionati dal complotto ebraico, la paranoia della cospirazione può produrre addirittura genocidi, dall’Olocausto ai Gulag.
E anche quando non produce danni «reali», la dietrologia è capace di disegnare scenari inquietanti. Come la perversa influenza sui più delicati eventi mondiali del «misterioso» Gruppo Bilderberg, club non ufficiale cui appartengono influenti personalità del mondo politico, bancario e militare; o come la «storia alternativa» raccontata dalla più diffusa e «condivisa» delle teorie del complotto, almeno secondo The Independent, ossia la moon conspiracy: la convinzione (o almeno, il dubbio) che l’allunaggio dell’Apollo 11, nel luglio 1969, sia un falso.
L’uomo non arrivò sulla Luna, perché non ne aveva ancora i mezzi tecnici, e il governo degli Stati Uniti, con la complicità della Nasa, dovette organizzare una colossale messa in scena, in un apposito studio cinematografico, per vincere la corsa alla Luna contro l’Unione sovietica... Le prove? Le foto sono (o sembrano...) false, una autorevolissima «gola profonda» in passato ha rivelato il proprio ruolo nella cospirazione, e dai nastri originali delle conversazioni Terra- Luna è sparito un «misterioso» commento del comandate dell’Apollo 11, Neil Armstrong.
La cui celebre frase «Un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità» - aggiungiamo noi - sembra in effetti uscita dalla penna di un mediocre sceneggiatore hollywoodiano.
Fonte:
http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.4873
C’è chi è profondamente convinto che Il codice da Vinci, romanzo o film poco importa, nasconda una verità a proposito della reale missione della Chiesa cattolica, o perlomeno di alcuni suoi gruppi di potere.
Così come c’è chi crede che Elvis Presley, piuttosto che James Dean, oppure una qualsiasi delle grandi star del passato morta accidentalmente, meglio se in età giovanile, in realtà sia ancora vivo, sotto anonimato, in qualche isola della Polinesia (mentre il «vero» Paul McCartney invece sarebbe morto nel 1966, sostituito da un sosia...).
Poi c’è chi è pronto a giurare che i governi mondiali nascondano da più di mezzo secolo, ossia dai fatti di Roswell, quando un oggetto misterioso cadde dal cielo nel deserto del New Mexico, nel 1947, le prove dell’esistenza di civiltà aliene. E chi sospetta pesantemente che le multinazionali del petrolio ci stiano ingannando sulla reale consistenza delle risorse energetiche del pianeta, per poter speculare sui mercati finanziari.
Del resto, secondo un sondaggio che il New York Post commissionò lo scorso anno a un istituto di ricerca dell’Università dell’Ohio, ben il 62% degli americani è convinto che il governo statunitense sapesse degli attentati dell’ 11 settembre e non fece nulla per evitarli, o addirittura ne sia il responsabile; il 42% sospetta che dietro l’assassinio del presidente John F. Kennedy a Dallas, nel novembre 1963, ci sia addirittura l’Fbi, o la Cia; e il 37% è sicuro dell’esistenza degli Ufo, tenuta nascosta dalle autorità governative che non ritengono pronti i cittadini per una rivelazione choc.
Soprattutto da quando Internet (che qualcuno peraltro ritiene uno strumento di controllo delle coscienze in mano a un non meglio precisato organismo sovrannazionale) si è rivelato uno straordinario motore di storie alternative, leggende metropolitane e verità virtuali, è impossibile dire, oggi, quante siano le teorie che - contro le versioni ufficiali, anche le più accreditate e le più logiche nella loro semplicità - preferiscono cercare la «vera» causa dei grandi eventi politici o sociali in una qualche cospirazione orchestrata da governi-ombra, élite di potere, oligarchie finanziarie, lobby politiche o sette religiose...
Però, se è difficile azzardare quanti siano i complotti (dal primo della Storia, quello dei Templari custodi del Sacro Graal, fino ai «veri» responsabili dell’attuale crisi economica globale), è possibile individuare le teorie della cospirazione più accreditate fra l’opinione pubblica. Quello che ha fatto il quotidiano The Independent, il quale ha stilato una vera «top ten» dei complotti, ossia l’elenco delle dieci «verità» che i governi - per i più svariati motivi - tengono nascoste.
Un ameno giochetto intellettuale? Non proprio se si pensa che, nata in Europa nell’ultimo Medioevo e poi esportata in America, la teoria del complotto accompagna da quasi un millennio i grandi eventi del pianeta, spesso con conseguenze devastanti: il più delle volte è completamente infondata, ma quando chi la coltiva sale al potere, come accadde a Hitler o a Stalin ossessionati dal complotto ebraico, la paranoia della cospirazione può produrre addirittura genocidi, dall’Olocausto ai Gulag.
E anche quando non produce danni «reali», la dietrologia è capace di disegnare scenari inquietanti. Come la perversa influenza sui più delicati eventi mondiali del «misterioso» Gruppo Bilderberg, club non ufficiale cui appartengono influenti personalità del mondo politico, bancario e militare; o come la «storia alternativa» raccontata dalla più diffusa e «condivisa» delle teorie del complotto, almeno secondo The Independent, ossia la moon conspiracy: la convinzione (o almeno, il dubbio) che l’allunaggio dell’Apollo 11, nel luglio 1969, sia un falso.
L’uomo non arrivò sulla Luna, perché non ne aveva ancora i mezzi tecnici, e il governo degli Stati Uniti, con la complicità della Nasa, dovette organizzare una colossale messa in scena, in un apposito studio cinematografico, per vincere la corsa alla Luna contro l’Unione sovietica... Le prove? Le foto sono (o sembrano...) false, una autorevolissima «gola profonda» in passato ha rivelato il proprio ruolo nella cospirazione, e dai nastri originali delle conversazioni Terra- Luna è sparito un «misterioso» commento del comandate dell’Apollo 11, Neil Armstrong.
La cui celebre frase «Un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità» - aggiungiamo noi - sembra in effetti uscita dalla penna di un mediocre sceneggiatore hollywoodiano.
Fonte:
http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.4873
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