Quelle che seguono sono notizie su come in certi punti della terra il clima cambierà nel futuro...
ROMA - Valanghe di acque dolci provenienti da un accelerato scioglimento dei ghiacci polari e da precipitazioni più abbondanti, a causa del riscaldamento globale, stanno letteralmente «annacquando» l?Oceano Atlantico settentrionale, rendendolo sempre meno salato.
Potrebbe sembrare una curiosità che riguarda le specie marine abituate a vivere entro certi parametri di salinità, oppure i bagnanti più sensibili.
Invece è un fenomeno che coinvolge, anzi sconvolge, il clima del mondo intero, poiché ha contraccolpi sul sistema di correnti mondiali che regolano gli scambi di calore fra oceani e atmosfera.
La Corrente del Golfo, così come paventato da un kolossal hollywoodiano, potrebbe scomparire alla fine del secolo, causando una brusca transizione dal caldo torrido al freddo glaciale nell?emisfero Nord.
E? l?ultimo numero della rivista internazionale Science a riportare i dati inattesi, raccolti da ricercatori americani ed europei in anni di spedizioni oceanografiche nel grande bacino idrografico Nord e, in particolare, nell?Atlantico settentrionale. «Accurate misure, effettuate fra il 1965 e il 1995, indicano che l?apporto di acque dolci nel Nord Atlantico è stato di 20 mila chilometri cubici, una quantità equivalente a circa la metà della portata media annua di tutti i fiumi del mondo - riferiscono Ruth Curry della Woods Hole Oceanographic Institution del Massachusetts, e Cecile Mauritzen del Norwegian Meteorological Institute di Oslo -.
Questo fenomeno non mancherà di avere ripercussioni sulla circolazione oceanica globale.
Non siamo ancora sulla scala del disastro, ma se continua così immaginiamo di assistere a sconvolgimenti prima di diventare tanto vecchi da non potere più andare a fare misure dirette, cioè verso la fine del secolo».
Da tempo gli scienziati hanno individuato negli oceani un sistema di correnti globali simile a un nastro trasportatore dell?energia solare che giunge sulla Terra.
Molto schematicamente, le acque più calde, meno dense e salate, viaggiano nelle regioni equatoriali del Pacifico da Est a Ovest; poi passano all?Atlantico, puntano a Settentrione, dove si raffreddano, si inabissano e ripercorrono l?itinerario all?incontrario.
Un ramo particolare di questo sistema è dato dalla corrente del Golfo, il cui meccanismo di funzionamento si basa sulla differenza di temperatura tra la parte equatoriale e quella polare dell?Oceano Atlantico.
Spiega il climatologo Vincenzo Ferrara dell?Enea: «Le acque calde e meno dense del Golfo del Messico, a causa della forza deviante provocata dalla rotazione terrestre, vanno verso il Mare del Nord.
Giunte a destinazione cedono calore all?atmosfera, diventano più salate e dense e sprofondano, per poi tornare al punto di partenza.
Grazie a questo meccanismo le regioni nordeuropee hanno un clima invernale molto più mite di quelle, per esempio, di Canada e Groenlandia poste alla stessa latitudine».
Se l?acqua del Nord Atlantico diventa più dolce, la corrente del Golfo potrebbe rallentare e interrompersi, sottraendo i benefici climatici a Nord Europa che, secondo alcuni modelli previsionali, addirittura precipiterebbe in una nuova glaciazione, destinata poi a estendersi altrove, a causa di un meccanismo di autoesaltazione del fenomeno. «I tempi non saranno certamente così brevi, come quelli descritti dal film "L?alba del giorno dopo" - commenta Ferrara -.
Ma il rischio esiste e va preso in considerazione. Non solo perché, attraverso la limitazione dei gas serra, forse potremmo essere in tempo ad arrestare il fenomeno, ma anche per predisporre quelle misure di adattamento necessarie a difenderci nella peggiore delle ipotesi».
1 commento:
Ciao,a tal proposito ti consiglio di leggere l ipotesi Madrigali,di Roberto Madrigali:Molto interessante...
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