VERSO UNA ANTROPOLOGIA DELLE ABDUCTIONS
di Enrico Baccarini
Da ormai quarant'anni l'ufologia ha annesso, all'interno della propria multiforme fenomenologia, uno sconcertante quanto incredibile fenomeno costituito dai casi di presunto rapimento alieno. Si tratta, con tutta probabilità, della manifestazione più drammatica ed estrema all'interno della variegata disciplina ufologica.
La posizione essenziale da cui questa nostra trattazione prende spunto verte sulla domanda se i "vissuti", i resoconti testimoniali ovvero le minime tracce lasciate da questi eventi siano realmente imputabili ad "interventi superiori" o se siano da ricondurre a ben altre origini. Qualsiasi sia la fonte, o le fonti, che sottendono questo fenomeno di una cosa siamo però più che certi: qualcosa avviene veramente.
Oggettivo o soggettivo che sia, per i soggetti il ricordo di questa esperienza traumatica segnerà in maniera indelebile la loro vita lasciando altresì profonde tracce di tale esperienza nella propria mente. Ciò che costituisce il maggior argomento di discussione è indubbiamente l'interpretazione che di questi fenomeni viene data.
Comunque la si voglia vedere i rapimenti sono un fenomeno "concreto" e "reale" nel senso che la realtà sperimentata e riproposta dal soggetto non può essere messa in discussione, mentre si può discutere se quella specifica realtà sia quella manifesta oppure se sia una realtà che appartiene solamente alla mente del testimone. Per il soggetto che la sperimenta costituisce comunque un'esperienza dai profondi risvolti sociali e personali.
Per comodità ometteremo il costante uso del condizionale nella dicitura "presunti rapimenti alieni" ritenendo assodato che la "presunzione" di esistenza di questo determinato fenomeno non sia da negare di fronte altresì alla lampante sicurezza dimostrata da altri ricercatori o appassionati nei confronti della sua totale inesistenza.
La sottrazione di questo prerequisito fondamentale conduce ad un inquinamento alla base di tale analisi che, anche se per ora estremamente approssimativa, è vincolata dalla formulazione di uno schema teorico, e di un criterio d'indagine rigoroso, che aiuti a raccogliere, ad organizzare e ad interpretare i dati empirici e testimoniali ottenuti per tendere ad acquisire materiale genuino su cui poter operare.
Il problema fondamentale cui ci si deve opporre nei tempi moderni e che deve essere totalmente escluso dalla ricerca in questo fenomeno, è la "verità come passaggio di opinione" (1) per tendere altresì ad una visione epistemologica (2) del fenomeno in esame.
Ai fini della ricerca è possibile adattare una definizione propria di un'altra disciplina, la sociologia, plasmandola alle nostre esigenze di studio (le abductions sono un fenomeno che a pieno titolo può essere inserito nella sociologia in quanto "fenomeno sociale").
E cioè che "la ricerca sulla fenomenologia delle abductions deve nascere, inizialmente, come una scienza di osservazione per mutarsi successivamente in una scienza di analisi e di verifica dei dati ottenuti". Tale indagine non può e non deve essere concettualmente orientata, può essere sì guidata da ipotesi di lavoro, ma deve essere allo stesso tempo soggetta ad una interpretazione critica e rigorosa.
Vari tipi di approcci
L'approccio odierno allo studio del fenomeno dei rapimenti alieni, conosciuto altresì con il nome di " abduction" (3), si contraddistingue per differenti linee di pensiero e di ricerca. Tali categorizzazioni sono state imposte principalmente dai differenti approcci con cui dissimili tipologie di ricercatori si sono avvicinati al fenomeno nel corso del tempo.
Possiamo innanzitutto contraddistinguere un "approccio spiritualista", abbastanza comune in questo fenomeno, in cui i soggetti affermano di riportare o subire cambiamenti della propria coscienza, di aver ricevuto o di sentire dentro di loro una nuova "missione" o pulsione a realizzare un compito.
Sovente tale compito si esplica in un vero e proprio "mandato" diretto all'apertura e alla riscoperta della coscienza umana ossia alla salvaguardia del nostro pianeta che, a detta di diverse "razze rapitrici", sarebbe sull'orlo di un collasso globale.
A fianco a tale categoria si innestano sovente figure che differentemente possono essere definite "contattati" o "contattisti", in base al fatto se il rapporto risulta preferenziale e motivato solo sull'individuo o se, nel caso dei contattisti, tale missione debba essere inserita all'interno di un più ampio piano di acculturazione e riscoperta globale.
Questo tipo di contatto non per forza e non necessariamente deve avere direttrici spirituali o messianiche, nella nostra esperienza di studiosi ed inquirenti ci siamo imbattuti anche in soggetti che non avevano niente da "insegnare al mondo" e che ricevevano comunicazioni unicamente finalizzate alla loro crescita personale.
Altre volte i soggetti riferiscono di ricevere dai loro rapitori informazioni inerenti il sistema solare, la cultura, la scienza e la storia di mondi lontani, mentre in una minima parte dei casi vengono riferite informazioni inerenti il passato, il presente o addirittura il futuro del nostro pianeta.
A tale approccio si affianca quello "moderato" di soggetti che, pur affermando di essere state vittime di tale esperienza, cercano di approcciarsi al fenomeno in maniera nettamente distaccata, acritica, in alcuni casi quasi negandolo, se non in certe circostanze introducendolo in una categoria mentale che vorrebbe comprendere esperienze del proprio vissuto ai limiti della normalità.
Ci troviamo poi davanti ad una esigua, purtroppo, schiera di "rapiti" e di ricercatori, che con mente aperta e disponibile cercano di capire cosa realmente nasconda questo fenomeno, sia a livello psicologico che biochimico che oggettivo (con i pochi dati a disposizione).
Questi ricercatori cercano di fondare i loro studi su un approccio prevalentemente scientifico, su quella scienza moderna che ovviamente ancora non ha scoperto e non ha inventato tutto ciò che la natura ci ha posto davanti, cercando di analizzare, per quanto sia possibile. e di svelare la matrice ed i residuati collaterali del fenomeno (leggi ad esempio i microimpianti).
Infine ci troviamo davanti ad una categoria che, da umano ricordo ed in quasi tutte le discipline, è sempre stata presente ovvero in certi casi imperante, gli "scettici". Se lo scetticismo sembra costituire il giusto sale per ogni disciplina e per ogni nuova manifestazione (permettendo altresì un dialogo ed uno studio costruttivo), in campo ufologico tale "forma mentis" sembra assumere direttrici ed un "modus operandi" del tutto privi di una sana scientificità.
I ricercatori ufologici che seguono tale indirizzo, normalmente, vuoi perché intrisi di pregiudizi oppure perché negano aprioristicamente il fenomeno e quindi relegano lo stesso "semplicisticamente" ad allucinazioni, malattie mentali o suggestione, contestano sovente il fenomeno approntando studi e ricerche che nella maggior parte dei casi sminuiscono o negano direttamente tale fenomenologia senza, la maggior parte delle volte, prendere in considerazione a tutto campo il materiale a disposizione.
L'ufologia è ormai abituata fin dalla sua nascita, 57 anni ufficiali in questo 2004, a confrontarsi con tali individui, riuscendo però sempre a distaccarsene o a intrattenere dibattiti che nella maggior parte delle volte si sono risolti in un "niente di fatto" soprattutto dalla parte dei "negatori d'ufficio".
Occorre aggiungere come tale approccio si risolva molte volte in una vera e propria "caccia alle streghe" ove si tenti e si cerchi in tutte le maniere di negare il fenomeno non prendendo in considerazione, o addirittura neanche studiando, la sua letteratura o le sue testimonianze. È curioso notare come se realmente la fenomenologia dei rapimenti alieni dovesse essere il frutto di menti fervide o addirittura di mistificazioni pianificate a tavolino, in quasi quarant'anni di studio e di ricerca nessun ricercatore o studioso "ufficiale" sia riuscito a demistificare o a dimostrare la totale falsità di questo fenomeno.
Se fosse realmente e solamente il frutto di una nostra costruzione mentale o cosciente, sarebbe relativamente palese dimostrare una totale terrestrialità del fenomeno, senza ogni volta dover ripartire da capo attaccando su qualsiasi lato i ricercatori o i soggetti presumibilmente rapiti.
Un'ultima categoria, che però abbiamo voluto tenere distaccata dalle altre, si riferisce a quei ricercatori, ma dovremmo dire in molti casi "appassionati", che pur ritenendo reali tali manifestazioni le strumentalizzano facendole diventare spesso fenomeni da baraccone o addirittura sfruttandole per mere volontà economiche, egotiche o commerciali.
Diverse classificazioni antropologiche delle abductions
Nel variegato mondo dei rapimenti alieni ad oggi manca totalmente, in Italia come all'estero, uno studio coerente e sistematico, di tipo antropologico, che investa questa fenomenologia. In questo nostro articolo ci proponiamo di delineare delle linee generali che siano esaustive, ma per ora non risolutive, proprio di questo tipo di approccio affinché sia il lettore che l'appassionato possano aggiungere un nuovo tassello al proprio puzzle conoscitivo in costruzione.
Una distinzione fondamentale deve essere innanzi tutto compiuta per i termini "rapimento alieno" e " contatto". Si tratta di una distinzione analitica necessaria quanto importante per le successive prospettive e diversificazioni che queste due tipologie di "incontro" con presunti esseri alieni ci porteranno.
Queste due categorie derivano innanzitutto dalla concorrenza con le descrizioni fatte da testimoni e dalle ricerche compiute dagli studiosi di questa fenomenologia. Secondariamente una distinzione di questo tipo ci permette di distinguere due categorie ben differenti che nel corso degli anni sembrano aver fatto prevalere il "semplice" rapimento alieno nei confronti del più complesso e variegato fenomeno definito "contattismo".
Cosa dovremmo pensare quando leggiamo negli scritti dello studioso di folklore Bertrand Méheust che racconti di fantascienza degli anni '30 contengono episodi in tutto e per tutto simile alle odierne abductions? O quando il sociologo e ricercatore ufologico Martin Kottmeyer ci fa presente che in un episodio della serie "The Outer Limits", all'incirca dello stesso periodo, si possono trovare elementi che verranno nuovamente presentati durante la seduta ipnotica cui fu sottoposto Barney Hill?
Come è possibile oggi poter creare un disegno coerente del fenomeno che ci permetta di capire cosa realmente si celi dietro le fantomatiche abductions quando l'uomo moderno si trova costantemente immerso in un mondo dove gli alieni sono addirittura diventati gli sponsor di bevande o prodotti commerciali?
Queste potrebbero essere alcune delle domande con cui una disciplina come l'antropologia potrebbe approcciare il fenomeno dei rapimenti alieni per cercare di studiarlo. Proprio a causa della moderna saturazione mediatica, e non solo, inerente gli alieni, potrebbe essere utile mostrare come l'idea di esseri extraterrestri sia stata culturalmente e storicamente circoscritta all'interno di determinate categorie.
Dovendo trattare obbligatoriamente di una "causalità" dei rapimenti alieni ci troviamo inevitabilmente a dover discutere anche di una "eziologia" da proporre per quanto riguarda i casi di contatti con esseri alieni, angeli o demoni, iniziazioni sciamaniche o malattie mentali.
In forma estremamente schematica sono state proposte negli ultimi anni diverse "etnoteorie" inerenti le possibili spiegazioni del fenomeno ufologico e quindi dei presunti rapimenti alieni.
Troviamo innanzi tutto:
-Ipotesi della "malattia mentale", o "sociopatia".
Si tratta di una spiegazione che viene proposta comunemente dagli psichiatri, dagli psicologi, o dagli scettici del fenomeno. Ritroviamo la stessa spiegazione quando sentiamo parlare di fenomeni parapsicologici o paranormali; le persone vivono queste esperienze fuori dall'ordinario perché sono, a detta di questi ricercatori, "psicologicamente disturbate". Questa asserzione sembra quanto meno semplicistica e inconclusiva soprattutto alla luce delle ricerche che da decenni la parapsicologia da un lato e l'ufologia dall'altra sembrerebbero aver prodotto.
-"Effetti psicosomatici da situazioni stressanti".
Si tratta di una spiegazione proposta comunemente da Psicologi Sperimentali, capeggiati dal neuropsicologo Michael Persinger. L'idea proposta afferma che, ad esempio, eventi sismici possano generare forti campi magnetici che possono influenzare l'attività del lobo temporale del nostro cervello. Tali individui vivrebbero cosi delle esperienze "naturali" che andrebbero oltre la comune percezione o visione delle cose, in una sorta di allucinazione prodotta naturalmente.
Alcune prove a favore sono state prodotte da ricercatori che hanno evidenziato sperimentalmente sollecitazioni di stati psicologici simili a quelle attribuite ai rapiti, ma questi "risultati" non sono stati riprodotti con la naturale semplicità con cui si suppone possano avvenire nelle situazioni domestiche dove la maggior parte dei casi sembra verificarsi.
-"voli di fantasia".
Si tratta di un'altra idea comune al mondo della psichiatri, o sovente utilizzata da scettici o dai media con pochi argomenti alla mano. Si riferisce che i soggetti che affermano di essere rapiti dagli alieni in realtà siano persone estremamente fantasiose che, per problemi patologici o semplice voglia di burlare le persone, inventino dei vissuti per poi presentarli ai ricercatori come veritieri.
È probabile, anzi molto plausibile, che tale interpretazione possa forse spiegare una minima percentuale dei casi, ma coloro che ostinatamente continuano a presentare tale ipotesi come spiegazione cardine per il fenomeno delle abductions non si sono allora letti attentamente la mastodontica letteratura in merito in cui tale spiegazione sembrerebbe proprio trovare una minima collocazione.
- Recentemente è stata proposta una teoria estremamente curiosa che però non è stata quasi minimamente considerata dalla maggior parte dei ricercatori. Movimenti New Age o alcuni culti di origine cristiana hanno proposto la curiosa, quanto improbabile, idea che la spiegazione per il fenomeno dei rapimenti possa essere di tipo "teologico". Le testimonianze di presunti rapimenti o di incontri con esseri alieni dovrebbero essere "in realtà" ricondotti a manifestazioni "angeliche" o "demoniache". Questa spiegazione sembra sostituire una classe empiricamente elusiva con un'altra altrettanto non ben definita, o soggettiva. Può essere forse vero per coloro che sono religiosi, ma non per chi affronta lo studio di tale fenomeno in maniera scientifica.
- Infine il " contatto con esseri extraterrestri" sembrerebbe essere oggi l'ipotesi più cara al mondo dell'ufologia, delineandosi all'interno della ipotesi ETH (4), e di coloro che si approcciano a tale materia senza fondamentalismi di parte.
Se a tutt'oggi sembrerebbero essere alquanto esigue, e contestate, le prove nei confronti del fenomeno ufologico, quelle che riguardano i presunti rapimenti alieni non sono da meno. Tale ipotesi di lavoro ha forse però assunto maggiore rilevanza a causa di quelli che sono stati i successivi resoconti testimoniali riferiti da soggetti rapiti.
La concomitanza e la presenza di strani oggetti descritti spesso dai rapiti, o da individui nelle vicinanze, potrebbero testimoniare a favore della maggiore accettabilità di questa ipotesi (cfr. il Caso Walton, per esempio). In aggiunta si deve ricordare come tale fenomenologia sia nata proprio come diramazione diretta del fenomeno ufologico e come i testimoni abbiano descritto occupanti, velivoli o semplici interazioni con esseri che riferivano o venivano percepiti come estranei al nostro pianeta. Questa ipotesi si fonda sulla grande letteratura in cui questi esseri, in numerosi casi, affermano proprio di provenire da mondi lontani o da pianeti vicini.
Uno studio antropologico coerente su questo fenomeno sembra solo oggi iniziare a vedere i propri albori in paesi come l'Italia che, forti di gruppi e di individui professionalmente e ufologicamente preparati, stanno operando attraverso una ricerca multidisciplinare e scientifica per delineare ambiti e campi di studio corretti e non inquadrati ideologicamente.
Dovremmo poi prestare maggiore attenzione al rapporto interpersonale che si viene a creare tra il soggetto rapito ed il terapeuta professionista. Tale interazione possiede un significato speciale che va ben oltre il normale rapporto tra soggetto e terapeuta.
Il ruolo spesso e volentieri assolto da diversi ufologi di personificare sia lo studioso che il terapeuta del caso pone notevoli domande nonché molti dubbi di natura etica e professionale. Questi due ruoli sembrano essere infatti sovente combinati nella figura di un ricercatore che assurge indebitamente, al ruolo di psicologo o psichiatra della situazione, oltre che di ufologo.
I resoconti ottenuti attraverso tale metodologia risultano essere, nella maggior parte dei casi, una "produzione congiunta" di chi ha vissuto l'esperienza e di chi ha indagato il caso. Ciò non inficia né indebolisce il fenomeno, né tanto meno significa che tutte le esperienze fino ad oggi riportate siano il prodotto di una "fabbricazione" congiunta.
A tale proposito lo psichiatra di Harvard e studioso del fenomeno Jonh Mack ha definito tale processo "co-creazione", ovvero produzione congiunta tra terapeuta e soggetto di eventi verificatisi o, nel caso di terapeuti inesperti o "self-made", mai realmente avvenuti.
Proprio quest'ultima causale ci pone di fronte al problema di una ricerca che dovrebbe esprimersi in una multidisciplinarietà concreta e in una presenza di più figure professionali e di settore in grado di valutare correttamente tale fenomeno. La quantomeno diversificata manifestazione e classificazione odierna del fenomeno rende ancora difficile la stesura di un programma ideologico ed operativo serio che permetta ai differenti approcci di muoversi sinergicamente verso l'unico fine di comprendere la vera natura sottesa ai rapimenti alieni.
Non possiamo fare del sensazionalismo un'arma vincente per comprendere e far conoscere il fenomeno, come certuni individui tendono a fare. Già nel nostro paese, come abbiamo visto, scarno di documentazioni e casi di presunti rapimenti, c'è chi negli ultimi anni ha mercificato e plagiato ignare persone che affermavano di aver vissuto "esperienze fuori dall'ordinario".
Questo, insieme ad altri atteggiamenti al limite del penale, sono stati la molla scatenante che ha condotto il CUN, nel 2003, a costituire un proprio organismo indipendente per lo studio del fenomeno, la Commissione Studi Abduction, C.S.A., con il preciso scopo di direzionare la ricerca italiana verso una maggiore serietà scientifica e verso, speriamo, una maggiore conoscenza dei fatti.
Note:
1. gr. "dòxa".
2. Ovvero una conoscenza certa.
3. Dal verbo inglese "to abduct": rapire, sequestrare. Termine adottato per designare la variante limite di un caso di incontro ravvicinato del IV tipo, o IR4 (in inglese CE-IV; da "Close Encounter"), risultante nell'apparente prelievo di esseri umani contro la propria volontà, ad opera di creature umanoidi di presunta natura aliena.
4. Per ipotesi ETH, "Extra Terrestrial Hypothesis", si intende quella corrente di pensiero all'interno del mondo ufologico che considera la presenza di questi velivoli come il frutto di una civiltà superiore e non di questo pianeta.
Fonte:
http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.5364
di Enrico Baccarini
Da ormai quarant'anni l'ufologia ha annesso, all'interno della propria multiforme fenomenologia, uno sconcertante quanto incredibile fenomeno costituito dai casi di presunto rapimento alieno. Si tratta, con tutta probabilità, della manifestazione più drammatica ed estrema all'interno della variegata disciplina ufologica.
La posizione essenziale da cui questa nostra trattazione prende spunto verte sulla domanda se i "vissuti", i resoconti testimoniali ovvero le minime tracce lasciate da questi eventi siano realmente imputabili ad "interventi superiori" o se siano da ricondurre a ben altre origini. Qualsiasi sia la fonte, o le fonti, che sottendono questo fenomeno di una cosa siamo però più che certi: qualcosa avviene veramente.
Oggettivo o soggettivo che sia, per i soggetti il ricordo di questa esperienza traumatica segnerà in maniera indelebile la loro vita lasciando altresì profonde tracce di tale esperienza nella propria mente. Ciò che costituisce il maggior argomento di discussione è indubbiamente l'interpretazione che di questi fenomeni viene data.
Comunque la si voglia vedere i rapimenti sono un fenomeno "concreto" e "reale" nel senso che la realtà sperimentata e riproposta dal soggetto non può essere messa in discussione, mentre si può discutere se quella specifica realtà sia quella manifesta oppure se sia una realtà che appartiene solamente alla mente del testimone. Per il soggetto che la sperimenta costituisce comunque un'esperienza dai profondi risvolti sociali e personali.
Per comodità ometteremo il costante uso del condizionale nella dicitura "presunti rapimenti alieni" ritenendo assodato che la "presunzione" di esistenza di questo determinato fenomeno non sia da negare di fronte altresì alla lampante sicurezza dimostrata da altri ricercatori o appassionati nei confronti della sua totale inesistenza.
La sottrazione di questo prerequisito fondamentale conduce ad un inquinamento alla base di tale analisi che, anche se per ora estremamente approssimativa, è vincolata dalla formulazione di uno schema teorico, e di un criterio d'indagine rigoroso, che aiuti a raccogliere, ad organizzare e ad interpretare i dati empirici e testimoniali ottenuti per tendere ad acquisire materiale genuino su cui poter operare.
Il problema fondamentale cui ci si deve opporre nei tempi moderni e che deve essere totalmente escluso dalla ricerca in questo fenomeno, è la "verità come passaggio di opinione" (1) per tendere altresì ad una visione epistemologica (2) del fenomeno in esame.
Ai fini della ricerca è possibile adattare una definizione propria di un'altra disciplina, la sociologia, plasmandola alle nostre esigenze di studio (le abductions sono un fenomeno che a pieno titolo può essere inserito nella sociologia in quanto "fenomeno sociale").
E cioè che "la ricerca sulla fenomenologia delle abductions deve nascere, inizialmente, come una scienza di osservazione per mutarsi successivamente in una scienza di analisi e di verifica dei dati ottenuti". Tale indagine non può e non deve essere concettualmente orientata, può essere sì guidata da ipotesi di lavoro, ma deve essere allo stesso tempo soggetta ad una interpretazione critica e rigorosa.
Vari tipi di approcci
L'approccio odierno allo studio del fenomeno dei rapimenti alieni, conosciuto altresì con il nome di " abduction" (3), si contraddistingue per differenti linee di pensiero e di ricerca. Tali categorizzazioni sono state imposte principalmente dai differenti approcci con cui dissimili tipologie di ricercatori si sono avvicinati al fenomeno nel corso del tempo.
Possiamo innanzitutto contraddistinguere un "approccio spiritualista", abbastanza comune in questo fenomeno, in cui i soggetti affermano di riportare o subire cambiamenti della propria coscienza, di aver ricevuto o di sentire dentro di loro una nuova "missione" o pulsione a realizzare un compito.
Sovente tale compito si esplica in un vero e proprio "mandato" diretto all'apertura e alla riscoperta della coscienza umana ossia alla salvaguardia del nostro pianeta che, a detta di diverse "razze rapitrici", sarebbe sull'orlo di un collasso globale.
A fianco a tale categoria si innestano sovente figure che differentemente possono essere definite "contattati" o "contattisti", in base al fatto se il rapporto risulta preferenziale e motivato solo sull'individuo o se, nel caso dei contattisti, tale missione debba essere inserita all'interno di un più ampio piano di acculturazione e riscoperta globale.
Questo tipo di contatto non per forza e non necessariamente deve avere direttrici spirituali o messianiche, nella nostra esperienza di studiosi ed inquirenti ci siamo imbattuti anche in soggetti che non avevano niente da "insegnare al mondo" e che ricevevano comunicazioni unicamente finalizzate alla loro crescita personale.
Altre volte i soggetti riferiscono di ricevere dai loro rapitori informazioni inerenti il sistema solare, la cultura, la scienza e la storia di mondi lontani, mentre in una minima parte dei casi vengono riferite informazioni inerenti il passato, il presente o addirittura il futuro del nostro pianeta.
A tale approccio si affianca quello "moderato" di soggetti che, pur affermando di essere state vittime di tale esperienza, cercano di approcciarsi al fenomeno in maniera nettamente distaccata, acritica, in alcuni casi quasi negandolo, se non in certe circostanze introducendolo in una categoria mentale che vorrebbe comprendere esperienze del proprio vissuto ai limiti della normalità.
Ci troviamo poi davanti ad una esigua, purtroppo, schiera di "rapiti" e di ricercatori, che con mente aperta e disponibile cercano di capire cosa realmente nasconda questo fenomeno, sia a livello psicologico che biochimico che oggettivo (con i pochi dati a disposizione).
Questi ricercatori cercano di fondare i loro studi su un approccio prevalentemente scientifico, su quella scienza moderna che ovviamente ancora non ha scoperto e non ha inventato tutto ciò che la natura ci ha posto davanti, cercando di analizzare, per quanto sia possibile. e di svelare la matrice ed i residuati collaterali del fenomeno (leggi ad esempio i microimpianti).
Infine ci troviamo davanti ad una categoria che, da umano ricordo ed in quasi tutte le discipline, è sempre stata presente ovvero in certi casi imperante, gli "scettici". Se lo scetticismo sembra costituire il giusto sale per ogni disciplina e per ogni nuova manifestazione (permettendo altresì un dialogo ed uno studio costruttivo), in campo ufologico tale "forma mentis" sembra assumere direttrici ed un "modus operandi" del tutto privi di una sana scientificità.
I ricercatori ufologici che seguono tale indirizzo, normalmente, vuoi perché intrisi di pregiudizi oppure perché negano aprioristicamente il fenomeno e quindi relegano lo stesso "semplicisticamente" ad allucinazioni, malattie mentali o suggestione, contestano sovente il fenomeno approntando studi e ricerche che nella maggior parte dei casi sminuiscono o negano direttamente tale fenomenologia senza, la maggior parte delle volte, prendere in considerazione a tutto campo il materiale a disposizione.
L'ufologia è ormai abituata fin dalla sua nascita, 57 anni ufficiali in questo 2004, a confrontarsi con tali individui, riuscendo però sempre a distaccarsene o a intrattenere dibattiti che nella maggior parte delle volte si sono risolti in un "niente di fatto" soprattutto dalla parte dei "negatori d'ufficio".
Occorre aggiungere come tale approccio si risolva molte volte in una vera e propria "caccia alle streghe" ove si tenti e si cerchi in tutte le maniere di negare il fenomeno non prendendo in considerazione, o addirittura neanche studiando, la sua letteratura o le sue testimonianze. È curioso notare come se realmente la fenomenologia dei rapimenti alieni dovesse essere il frutto di menti fervide o addirittura di mistificazioni pianificate a tavolino, in quasi quarant'anni di studio e di ricerca nessun ricercatore o studioso "ufficiale" sia riuscito a demistificare o a dimostrare la totale falsità di questo fenomeno.
Se fosse realmente e solamente il frutto di una nostra costruzione mentale o cosciente, sarebbe relativamente palese dimostrare una totale terrestrialità del fenomeno, senza ogni volta dover ripartire da capo attaccando su qualsiasi lato i ricercatori o i soggetti presumibilmente rapiti.
Un'ultima categoria, che però abbiamo voluto tenere distaccata dalle altre, si riferisce a quei ricercatori, ma dovremmo dire in molti casi "appassionati", che pur ritenendo reali tali manifestazioni le strumentalizzano facendole diventare spesso fenomeni da baraccone o addirittura sfruttandole per mere volontà economiche, egotiche o commerciali.
Diverse classificazioni antropologiche delle abductions
Nel variegato mondo dei rapimenti alieni ad oggi manca totalmente, in Italia come all'estero, uno studio coerente e sistematico, di tipo antropologico, che investa questa fenomenologia. In questo nostro articolo ci proponiamo di delineare delle linee generali che siano esaustive, ma per ora non risolutive, proprio di questo tipo di approccio affinché sia il lettore che l'appassionato possano aggiungere un nuovo tassello al proprio puzzle conoscitivo in costruzione.
Una distinzione fondamentale deve essere innanzi tutto compiuta per i termini "rapimento alieno" e " contatto". Si tratta di una distinzione analitica necessaria quanto importante per le successive prospettive e diversificazioni che queste due tipologie di "incontro" con presunti esseri alieni ci porteranno.
Queste due categorie derivano innanzitutto dalla concorrenza con le descrizioni fatte da testimoni e dalle ricerche compiute dagli studiosi di questa fenomenologia. Secondariamente una distinzione di questo tipo ci permette di distinguere due categorie ben differenti che nel corso degli anni sembrano aver fatto prevalere il "semplice" rapimento alieno nei confronti del più complesso e variegato fenomeno definito "contattismo".
Cosa dovremmo pensare quando leggiamo negli scritti dello studioso di folklore Bertrand Méheust che racconti di fantascienza degli anni '30 contengono episodi in tutto e per tutto simile alle odierne abductions? O quando il sociologo e ricercatore ufologico Martin Kottmeyer ci fa presente che in un episodio della serie "The Outer Limits", all'incirca dello stesso periodo, si possono trovare elementi che verranno nuovamente presentati durante la seduta ipnotica cui fu sottoposto Barney Hill?
Come è possibile oggi poter creare un disegno coerente del fenomeno che ci permetta di capire cosa realmente si celi dietro le fantomatiche abductions quando l'uomo moderno si trova costantemente immerso in un mondo dove gli alieni sono addirittura diventati gli sponsor di bevande o prodotti commerciali?
Queste potrebbero essere alcune delle domande con cui una disciplina come l'antropologia potrebbe approcciare il fenomeno dei rapimenti alieni per cercare di studiarlo. Proprio a causa della moderna saturazione mediatica, e non solo, inerente gli alieni, potrebbe essere utile mostrare come l'idea di esseri extraterrestri sia stata culturalmente e storicamente circoscritta all'interno di determinate categorie.
Dovendo trattare obbligatoriamente di una "causalità" dei rapimenti alieni ci troviamo inevitabilmente a dover discutere anche di una "eziologia" da proporre per quanto riguarda i casi di contatti con esseri alieni, angeli o demoni, iniziazioni sciamaniche o malattie mentali.
In forma estremamente schematica sono state proposte negli ultimi anni diverse "etnoteorie" inerenti le possibili spiegazioni del fenomeno ufologico e quindi dei presunti rapimenti alieni.
Troviamo innanzi tutto:
-Ipotesi della "malattia mentale", o "sociopatia".
Si tratta di una spiegazione che viene proposta comunemente dagli psichiatri, dagli psicologi, o dagli scettici del fenomeno. Ritroviamo la stessa spiegazione quando sentiamo parlare di fenomeni parapsicologici o paranormali; le persone vivono queste esperienze fuori dall'ordinario perché sono, a detta di questi ricercatori, "psicologicamente disturbate". Questa asserzione sembra quanto meno semplicistica e inconclusiva soprattutto alla luce delle ricerche che da decenni la parapsicologia da un lato e l'ufologia dall'altra sembrerebbero aver prodotto.
-"Effetti psicosomatici da situazioni stressanti".
Si tratta di una spiegazione proposta comunemente da Psicologi Sperimentali, capeggiati dal neuropsicologo Michael Persinger. L'idea proposta afferma che, ad esempio, eventi sismici possano generare forti campi magnetici che possono influenzare l'attività del lobo temporale del nostro cervello. Tali individui vivrebbero cosi delle esperienze "naturali" che andrebbero oltre la comune percezione o visione delle cose, in una sorta di allucinazione prodotta naturalmente.
Alcune prove a favore sono state prodotte da ricercatori che hanno evidenziato sperimentalmente sollecitazioni di stati psicologici simili a quelle attribuite ai rapiti, ma questi "risultati" non sono stati riprodotti con la naturale semplicità con cui si suppone possano avvenire nelle situazioni domestiche dove la maggior parte dei casi sembra verificarsi.
-"voli di fantasia".
Si tratta di un'altra idea comune al mondo della psichiatri, o sovente utilizzata da scettici o dai media con pochi argomenti alla mano. Si riferisce che i soggetti che affermano di essere rapiti dagli alieni in realtà siano persone estremamente fantasiose che, per problemi patologici o semplice voglia di burlare le persone, inventino dei vissuti per poi presentarli ai ricercatori come veritieri.
È probabile, anzi molto plausibile, che tale interpretazione possa forse spiegare una minima percentuale dei casi, ma coloro che ostinatamente continuano a presentare tale ipotesi come spiegazione cardine per il fenomeno delle abductions non si sono allora letti attentamente la mastodontica letteratura in merito in cui tale spiegazione sembrerebbe proprio trovare una minima collocazione.
- Recentemente è stata proposta una teoria estremamente curiosa che però non è stata quasi minimamente considerata dalla maggior parte dei ricercatori. Movimenti New Age o alcuni culti di origine cristiana hanno proposto la curiosa, quanto improbabile, idea che la spiegazione per il fenomeno dei rapimenti possa essere di tipo "teologico". Le testimonianze di presunti rapimenti o di incontri con esseri alieni dovrebbero essere "in realtà" ricondotti a manifestazioni "angeliche" o "demoniache". Questa spiegazione sembra sostituire una classe empiricamente elusiva con un'altra altrettanto non ben definita, o soggettiva. Può essere forse vero per coloro che sono religiosi, ma non per chi affronta lo studio di tale fenomeno in maniera scientifica.
- Infine il " contatto con esseri extraterrestri" sembrerebbe essere oggi l'ipotesi più cara al mondo dell'ufologia, delineandosi all'interno della ipotesi ETH (4), e di coloro che si approcciano a tale materia senza fondamentalismi di parte.
Se a tutt'oggi sembrerebbero essere alquanto esigue, e contestate, le prove nei confronti del fenomeno ufologico, quelle che riguardano i presunti rapimenti alieni non sono da meno. Tale ipotesi di lavoro ha forse però assunto maggiore rilevanza a causa di quelli che sono stati i successivi resoconti testimoniali riferiti da soggetti rapiti.
La concomitanza e la presenza di strani oggetti descritti spesso dai rapiti, o da individui nelle vicinanze, potrebbero testimoniare a favore della maggiore accettabilità di questa ipotesi (cfr. il Caso Walton, per esempio). In aggiunta si deve ricordare come tale fenomenologia sia nata proprio come diramazione diretta del fenomeno ufologico e come i testimoni abbiano descritto occupanti, velivoli o semplici interazioni con esseri che riferivano o venivano percepiti come estranei al nostro pianeta. Questa ipotesi si fonda sulla grande letteratura in cui questi esseri, in numerosi casi, affermano proprio di provenire da mondi lontani o da pianeti vicini.
Uno studio antropologico coerente su questo fenomeno sembra solo oggi iniziare a vedere i propri albori in paesi come l'Italia che, forti di gruppi e di individui professionalmente e ufologicamente preparati, stanno operando attraverso una ricerca multidisciplinare e scientifica per delineare ambiti e campi di studio corretti e non inquadrati ideologicamente.
Dovremmo poi prestare maggiore attenzione al rapporto interpersonale che si viene a creare tra il soggetto rapito ed il terapeuta professionista. Tale interazione possiede un significato speciale che va ben oltre il normale rapporto tra soggetto e terapeuta.
Il ruolo spesso e volentieri assolto da diversi ufologi di personificare sia lo studioso che il terapeuta del caso pone notevoli domande nonché molti dubbi di natura etica e professionale. Questi due ruoli sembrano essere infatti sovente combinati nella figura di un ricercatore che assurge indebitamente, al ruolo di psicologo o psichiatra della situazione, oltre che di ufologo.
I resoconti ottenuti attraverso tale metodologia risultano essere, nella maggior parte dei casi, una "produzione congiunta" di chi ha vissuto l'esperienza e di chi ha indagato il caso. Ciò non inficia né indebolisce il fenomeno, né tanto meno significa che tutte le esperienze fino ad oggi riportate siano il prodotto di una "fabbricazione" congiunta.
A tale proposito lo psichiatra di Harvard e studioso del fenomeno Jonh Mack ha definito tale processo "co-creazione", ovvero produzione congiunta tra terapeuta e soggetto di eventi verificatisi o, nel caso di terapeuti inesperti o "self-made", mai realmente avvenuti.
Proprio quest'ultima causale ci pone di fronte al problema di una ricerca che dovrebbe esprimersi in una multidisciplinarietà concreta e in una presenza di più figure professionali e di settore in grado di valutare correttamente tale fenomeno. La quantomeno diversificata manifestazione e classificazione odierna del fenomeno rende ancora difficile la stesura di un programma ideologico ed operativo serio che permetta ai differenti approcci di muoversi sinergicamente verso l'unico fine di comprendere la vera natura sottesa ai rapimenti alieni.
Non possiamo fare del sensazionalismo un'arma vincente per comprendere e far conoscere il fenomeno, come certuni individui tendono a fare. Già nel nostro paese, come abbiamo visto, scarno di documentazioni e casi di presunti rapimenti, c'è chi negli ultimi anni ha mercificato e plagiato ignare persone che affermavano di aver vissuto "esperienze fuori dall'ordinario".
Questo, insieme ad altri atteggiamenti al limite del penale, sono stati la molla scatenante che ha condotto il CUN, nel 2003, a costituire un proprio organismo indipendente per lo studio del fenomeno, la Commissione Studi Abduction, C.S.A., con il preciso scopo di direzionare la ricerca italiana verso una maggiore serietà scientifica e verso, speriamo, una maggiore conoscenza dei fatti.
Note:
1. gr. "dòxa".
2. Ovvero una conoscenza certa.
3. Dal verbo inglese "to abduct": rapire, sequestrare. Termine adottato per designare la variante limite di un caso di incontro ravvicinato del IV tipo, o IR4 (in inglese CE-IV; da "Close Encounter"), risultante nell'apparente prelievo di esseri umani contro la propria volontà, ad opera di creature umanoidi di presunta natura aliena.
4. Per ipotesi ETH, "Extra Terrestrial Hypothesis", si intende quella corrente di pensiero all'interno del mondo ufologico che considera la presenza di questi velivoli come il frutto di una civiltà superiore e non di questo pianeta.
Fonte:
http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.5364
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