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lunedì 21 settembre 2009

i 13 teschi di cristallo - teschio mitchell hedges -

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www.mitchell-hedges





Un teschio di cristallo è un modello di un teschio umano ricavato da blocchi di cristallo di quarzo trasparente. Alcuni di questi manufatti furono dichiarati reperti archeologici mesoamericani precolombiani dai loro pretesi scopritori. Nessuno degli esemplari resi disponibili per studi scientifici è stato tuttavia autenticato come di origine precolombiana. I risultati di questi studi dimostrano che erano stati realizzati alla metà dell'Ottocento e in periodi successivi, quasi certamente in Europa.[1] Malgrado varie opere di letteratura popolare lascino intendere il contrario, le leggende sui teschi di cristallo non sono presenti nelle mitologie dei popoli mesoamericani o di altri nativi americani.[2]

Ai teschi sono spesso stati attribuiti fenomeni paranormali da alcuni appartenenti del movimento New Age e sono spesso stati ritratti in questa maniera nelle opere di fantasia; l'ultima e più nota di queste rappresentazioni è nel film del 2008 Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo. I teschi di cristallo sono apparsi in numerose serie televisive di fantascienza,[3] romanzi[4] e videogiochi.[5]

Nuovi teschi ricavati dal cristallo vengono prodotti e venduti regolarmente.
Indice


* 1 Storia
* 2 Note
* 3 Bibliografia
* 4 Filmografia
* 5 Altri progetti
* 6 Collegamenti esterni

Storia

I primi teschi di cristallo compaiono sulla scena nell'Ottocento. Il British Museum ne possiede uno dal 1897. Anche un altro ente prestigioso, la Smithsonian Institution ha un teschio, donato ad essa nel 1992.

Nessun teschio di cristallo proviene da scavi documentati.

Tra i teschi posseduti da privati, è particolarmente famoso il teschio "Mitchell-Hedges". Secondo il racconto di Frederick Albert Mitchell-Hedges e della figlia Anna sarebbe stato trovato negli anni venti del XX secolo in una spedizione a Lubaantun, nell'Honduras Britannico (attuale Belize). Non vi è però traccia della scoperta del teschio nei resoconti della spedizione ed è dubbio anche che Anna vi abbia preso parte. Inoltre la ricercatrice Jane Maclaren Walsh ha scoperto che negli anni quaranta Mitchell-Hedges acquistò un teschio di cristallo.

Tra i più noti teschi di cristallo ci sono quelli chiamati "Max" e "Sha Na Ra". "Max", di proprietà dei coniugi Parks, sarebbe stato trovato in Guatemala negli anni Venti, ma anche in questo caso non c'è alcuna documentazione a sostegno di tale affermazione. "Sha Na Ra" sarebbe stato trovato in Messico da Nick Nocerino, personaggio televisivo autodefinitosi "esperto di teschi di cristallo". Nocerino non rivelò mai l'origine del ritrovamento, giustificandosi attribuendo la riservatezza a presunte "questioni di sicurezza per il personale coinvolto, a causa della situazione politica messicana". Né i teschi né gli altri oggetti che Nocerino avrebbe rinvenuto sono mai stati sottoposti ad analisi indipendenti.

Negli anni ottanta sull'onda della moda lanciata dalle pubblicazioni su questi artefatti comparvero numerosi altri teschi, dal Texas a Los Angeles; ad alcuni di questi venivano attribuite origini avventurose o poteri taumaturgici, ma di nessuno di questi si è potuta provare l'autenticità (mentre alcuni sono risultati veri e propri tentativi di truffa).

Secondo i cultori dei teschi di cristallo, di tali oggetti si parlerebbe nelle tradizioni dei Maya e di altre culture native americane, ma queste asserzioni sono da ascrivere piuttosto ad un folclore degli ultimi decenni applicato retrospettivamente[6].

Nel 1970 il teschio Mitchell-Hedges venne affidato al laboratorio della Hewlett-Packard guidati da Frank Dorland in quanto centro di eccellenza per la ricerca sui cristalli. I risultati vennero pubblicato in un articolo dal titolo "history or hokum?" dove il secondo termine possiamo tradurlo con "nonsenso". In esso risulta soltanto che è stato scolpito in un blocco unico di materiale[7]. L'articolo conclude che si tratta di un bellissimo pezzo artistico, ma non c'è modo di datarlo.[8]

Non risponde inoltre a verità che "gli scienziati affermarono alla fine della analisi che il teschio sembrava essere stato scolpito con un moderno laser o con ceselli di precisione". Da notare che gli impieghi ablativi del laser si sarebbero avuti solo negli anni novanta.
Eugene Boban

Nel 1996 i teschi del British Museum e della Smithsonian Institution sono stati sottoposti ad analisi presso il British Museum che hanno rivelato segni di lavorazione con strumenti disponibili nell'Europa della seconda metà dell'Ottocento. Anche questo elemento suggerisce che si tratti di falsi fabbricati in tale periodo[9]. In quell'occasione erano stati portati anche i teschi "Max" e "Sha Na Ra" (mentre Anna Mitchell Hedges aveva rifiutato di portare il suo), ma il British Museum, in applicazione della propria norma di non fornire valutazioni su oggetti provenienti da collezioni private, non ha espresso alcun giudizio su di essi[10].

In passato, intorno al teschio inglese si erano catalizzati racconti folcloristici quanto infondati, che suggerivano che il teschio si muovesse all'interno della teca. Anche il fatto che il teschio fosse stato rimosso dall'esposizione aperta al pubblico è una leggenda urbana: il teschio è oggi esposto all'interno della prima sala dell'ala sinistra, sul lato sinistro della parete dove si apre la porta d'ingresso.

In particolare, per l'esemplare esaminato si è riusciti a risalire ad una probabile origine tedesca della lavorazione, mentre la roccia cristallina è di origine brasiliana. Ricerche documentarie negli scritti relativi alle collezioni del museo, hanno portato a identificare nel collezionista francese Eugene Boban l'organizzatore di questo traffico di falsi. Altri teschi furono analizzati insieme a quello del British, tra cui quelli di Nocerino e quelli americani. Nessuno di questi teschi aveva evidenze che potessero supportare una presunta antichità, mentre anzi le probabilità spingevano a pensare ad un'origine molto più moderna.

Note

1. ^ British Museum (n.d.-b), Jenkins (2004, p.217), Sax et al. (2008), Smith (2005), Walsh (1997; 2008)
2. ^ Aldred (2000, passim.); Jenkins (2004, pp.218–219). Nella sua ultima opera, Philip Jenkins, former Distinguished Professor of History and Religious Studies and latterly an endowed Professor of Humanities at PSU, writes that crystal skulls are among the more obvious of examples where the association with Native spirituality is a "historically recent" and "artificial" synthesis. These are "products of a generation of creative spiritual entrepreneurs" that do not "[represent] the practice of any historical community".
3. ^ Per esempio, nell'episodio n.65 di Stargate SG-1 (stagione 3)intitolato "Crystal Skull".
4. ^ See for example the Indiana Jones novels by Max McCoy (1995, 1996, 1997, 1999).
5. ^ For example, the video game Legend of the Crystal Skull and Illusion of Gaia.
6. ^ Giorgio Castiglioni, I teschi di cristallo, "Mah", n.12, giugno 2008, pp.2-3
7. ^ vedi Hewlett-Packard (1971, p.9).
8. ^ Hewlett-Packard (1971, p.10).
9. ^ Margaret Sax, Jane M. Walsh, Ian C. Freestone, Andrew H. Rankin, Nigel D. Meeks, Study of two large crystal skulls in the collections of the British Museum and the Smithsonian Institution, 2008
10. ^ Giorgio Castiglioni, I teschi di cristallo, "Mah", n.12, giugno 2008, pp.2-3

Bibliografia

* Chris Morton e Ceri Louise Thomas, Il mistero dei teschi di cristallo, Milano : Sonzogno, 1999; Milano : Rizzoli, 2008.
* Giacomo Scarpelli, Il cranio di cristallo, Torino : Bollati Boringhieri, 1993. ISBN 8833907384
* Sebastiano Fusco, Il mistero dei teschi di cristallo. Edizioni Mediterranee, 2008. ISBN 8827219836
* Hewlett-Packard (magazine editorial staff) (February 1971). History or hokum? Santa Clara's crystals lab helps tackle the case of the hard-headed Honduran... . Measure (staff magazine): pp.8–10. URL consultato il 2008-12-12.


Filmografia

Alla storia dei teschi è ispirato il film Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo. Anche la seconda serie di American Dragon ispirata ai teschi.

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