Ho accolto l’invito di raccontare le mie riflessioni su questo argomento che mi impegna da tempo
e che vorrei vedere in una discussione pubblica per maggiori chiarimenti. Indagini senza strumenti di ricerca “seria” sono necessariamente svolti in forma induttiva e partono quindi dall’osservazione di fatti ed eventi accessibili a tutti. Cerco di arrivare a delle spiegazioni attraverso lo studio di notizie scientifiche nelle rispettive aree che sembrano varie, tramite la lettura di brevetti e progetti che illustrano possibili applicazioni di tecnologie non ancora note. Molto utile si rivela il rastrellamento delle notizie connesse di tutto il mondo.
La spinta ad indagare è stato l’accorgermi di un aumento vertiginoso di scie rilasciate da aeroplani di linea. Immaginandomi che si trattasse di scie di condensa e cercando informazioni su tale fenomeno di combustione ho scoperto invece che le vere “ contrails” si distinguono generalmente da quelle osservate perché sono di breve durata ma soprattutto si formano ad una altitudine superiore a quella delle scie vistose di questi tempi.
La distanza tra un osservatore da terra ed un aereo di linea in volo è tale che il rumore non dovrebbe essere udibile. Ultimamente invece molto spesso il rombo dei motori ci raggiunge chiaro e forte ed in conseguenza si alza lo sguardo.
Ancora pochi anni fa difficilmente uno di noi ricordava di averne viste di scie in cielo perché evidentemente qualcosa funzionava diversamente. E le foto di famiglia di 5,6 anni fa oppure quelle di libri,riviste o film confermano i cieli liberi da scie.
In Canada e negli Stati Uniti bisogna tornare più indietro nel tempo perché i mutamenti in quei paesi sembrano iniziati qualche anno prima.
Per la formazione die “vere” scie di condensa ci vogliono due condizioni:
1. quando l’atmosfera ha un elevato tasso di umidità del almeno 70 per cento
2. quando la temperatura si aggira intorno ai 40 gradi sotto zero.
Dove manca una di queste due condizioni non si tratta di scie di condensa .
Altra annotazione importante è che la visibilità della scia di vapore non appare immediatamente ma qualche decina di metri dopo mentre le scie chimiche sbuffano direttamente dietro i motori (o altri dispositivi non identificabili).
Armarsi di un semplice binocolo e di un po’ di tempo e pazienza fa scoprire con facilità le cose descritte e trovare altre anomalie qui tralasciate. Occasioni non mancano e probabilmente e purtroppo non mancheranno nemmeno in futuro. Una mappa che segnala le altitudini delle diverse tipologie di nubi è uno strumento molto utile per definire l’altitudine degli aeri.
In una zona mite come l’Italia difficilmente possono verificarsi condizioni che permettono la formazione delle normali scie di condensa sé non oltre gli otto mila metri di altezza.
Sé non si tratta dunque di “vapore acqueo”, cosa contengono le numerose scie sopra le nostre teste? E perché ci sono? E con quale scopo vengano rilasciate?
Che cosa fuoriesce dalle ali,dai motori e delle volte anche da un punto centrale tra le ali?
Dal 2005 ho iniziato a stupirmi e a rendermi conto che, nel giro di poche ore,i velivoli tracciano vasti reticoli che si trasformano con il passare del tempo in nubi stratiformi o in un filtro lattiginoso. (1)Questo scenario è diventato una quasi normalità e in tutte le stagioni. Lo è in Italia ma lo è in tanti paesi del mondo.
Le zone irrorate sono in particolar modo Sardegna, ma anche Liguria, Toscana,Marche ed Umbria e generalmente le regioni del Nord e del Centro. In minor misura invece è visitato il Sud della penisola. Immagini satellitari testimoniano e confermano dall’ alto il lavoro a tappeto ( NOAA).
La valle di fronte a casa mia non è più limpida nemmeno in inverno. Le piogge non sembrano più essere capaci di risanare l’aria e nemmeno i forti venti spazzano via quella foschia inerte e ufficialmente innocua che stagna sul paesaggio. I rari momenti di aria pulita durano giusto un solo e unico giorno. Poi ritorna la squadra ad offuscare l’atmosfera.
Le conseguenze di questi “shield” creati sono molteplici: per noi esseri umani, per la vegetazione, per l’aria, per l’acqua e per ogni forma di vita ( ma anche per la crescente adozione di pannelli solari).
Indagini sui contenuti delle scie aprono un panorama non meno preoccupante.
Che cosa significa questo cielo striato che ritroviamo tale e quale anche nei telegiornali, nelle pubblicità, film,videogiochi e cartoni di ultima generazione?
Bizzarrie come nuvole “h.a.a.r.pate” o riflessi di arcobaleno a ciel sereno stimolano i fotografi. Alcuni fenomeni che sono considerati rari o anomali procurano un forte fascino come le nubi mammatus o nubi lenticolari . Nuvole (false) cirri a bassa quota e ciuffi multiformi ornano depliants e cartoline. Non sempre gli strati chimici ispirano sospetti, anzi, delle volte ci procurano fantastici tramonti colorati e panorama suggestivi. Ma il più delle volte si avverte un aria pesante, cupa e offuscata. I colori del paesaggio sono attenuati o addirittura spenti.
Il cielo è cambiato e immagini virtuali ci aiutano a normalizzare quello che normale e naturale non è. La massiccia introduzione nel ambito televisivo di cieli modificati sarà uno dei motivi per cui quasi nessuno sembra notare qualcosa di strano?
Propongo di iniziare una attenta ricerca personale: è la condizione base per potersi trovare a discutere sul significato di certe operazioni scelte ed introdotte senza informare la popolazione.
Basti pensare all’accordo tra Italia e USA nel 2003 che parla di “ sviluppo di nuovi sistemi per la realizzazione di esperimenti di manipolazione dell’ ecosistema che permettono di esporre la vegetazione a condizioni ambientali simili a quelle attese in scenari di cambiamenti globale.”(3)
Segnalo un sito che offre una raccolta di documenti ed iniziative intorno alla questione delle scie:
http://www.cieliliberi.blogspot.com/
http://ilsole24h.blogspot.com/2009/02/scie-chimiche-cosa-sono.html
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