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giovedì 10 aprile 2008

Scudo Stellare

Parte 1/2


Parte 2/2


martedì 08 aprile 2008 Tratto da: Agenzia Radicale
Nato vincitrice a Bucarest. Sì a scudo stellare e rafforzamento Isaf

A pochi giorni dalla fine dei lavori del vertice Nato di Bucarest è tempo di bilanci ed occorre sottolineare come i volti sorridenti, dopo l’incontro tra i paesi membri dell’Alleanza Atlantica, siano molti.
Tra i maggiori vincitori c’è la Nato stessa, uscita fortemente rafforzata dal vertice rumeno, nonostante l’opposizione di Francia, Germania, Italia e Russia abbia, almeno per il momento, bloccato la volontà di paesi come Georgia ed Ucraina di aderire al programma Map (Membership Action Plan); fucina di futuri membri dell’Alleanza.

Altro vincitore è stato il governo afgano di Hamid Karzai, che nei prossimi mesi si vedrà recapitare nuove truppe; alcuni partner atlantici hanno infatti raccolto l’invito di Bush ad incrementare i propri contingenti militari in Afghanistan oltre che a porre in essere nuove strategie e sinergie a vantaggio dell’esercito afgano, sempre sotto l’ombrello Nato, che con la missione Isaf e la lotta ai talebani ha messo in gioco una buona fetta di credibilità.

Per questo risultato Bush e Karzai debbono ringraziare in particolar modo il presidente francese Sarkozy, deciso a rilanciare il ruolo francese nella Nato, dopo la politiche anti-americane poste in atto da Chirac e prima ancora da de Gaulle, progetto, quello di Sarkò, che passa dall’invio di mille uomini nel turbolento oriente afgano, territorio particolarmente pericoloso e dal quale gli americani tendono a smarcarsi, per concentrare gli uomini nel Sud, mentre un’altra parte delle truppe francesi verrà schierato a Kabul, dove l’Eliseo prenderà il controllo, per un anno, del Regional Command Capital (RCC), dopo che già nei mesi scorsi Sarkò aveva inviato nella provincia meridionale di Kandahar i caccia Mirage e gli incursori. Otre alle truppe francesi sbarcheranno in Afghanistan altri mille uomini inviati da Polonia e Georgia, mentre Romania, Grecia e Repubblica Ceca si sono dette pronte ad inviare i propri incursori e personale addetto all’addestramento della polizia afgana.

La questione afgana riguarda anche l’Italia, dal momento che è prevista per i prossimi mesi una riorganizzazione delle truppe italiane, soprattutto per quanto riguarda la regione di Kabul che attualmente si trova sotto il controllo dell’Italia e nello specifico degli alpini della gloriosa Brigata Taurinense. Allo stato attuale a Kabul ci sono circa 1250 soldati italiani, ma dopo la fine del turno di comando italiano, ossia la prossima estate, tale contingente a destinato ad essere ridotto di circa 500 unità; uomini che verranno spostati ad ovest, presso il locale comando destinato alla Brigata Friuli, con la conseguente sostituzione dell'attuale” forza di reazione rapida” italo-spagnola, con un battaglione di manovra che, nella fase iniziale, sarà costituito dal 66° reggimento di fanteria aeromobile di Trieste. Questa strategia farà sì che il contingente italiano, a meno di diverse disposizioni del futuro Governo, si manterrà numericamente inalterato rispetto all’impegno attuale, ma parallelamente vedrà una sua riorganizzazione tattica ed operativa, grazie alla concentrazione nella zona di Herat e Farah e all’organizzazione su base di brigata.

In fine c’è la questione dello scudo antimissile americano, protagonista negli scorsi mesi di dure contrapposizioni tra Bush e Putin. A Bucarest l’amministrazione americana è riuscita ad ottenere l’autorizzazione Nato allo schieramento in Polonia e Repubblica Ceca di una parte del sistema di difesa antimissile; ipotesi questa ampiamente avversata in passato dalla Russia, anche se la componente missilistica a stelle e strisce dislocata nei due paesi ex sovietici sarebbe ininfluente se paragonata alla potenza missilistica russa, soprattutto dopo che Putin ha deciso di puntare molto sul riarmo russo. La novità, come notato da diversi osservatori, non è quindi nella realizzazione o meno dello scudo antimissilistico americano, quanto piuttosto sulla portata politica e non balistica che questo potrà raggiungere. Se è vero com’è vero che l’autorizzazione è giunta dalla Nato, allora non è difficile ipotizzare che in futuro, intorno al progetto “scudo spaziale”, si possano concentrare gli sforzi logistici ed economici di diversi partner atlantici, che potrebbero trarre giovamento dal progetto di Washington. Le possibilità e le tecnologie ci sono, sarà da vedere come si vorranno muovere i paesi europei, attenti sì alla sicurezza, ma attenti anche alle forniture energetiche ed ai commerci; realtà queste che anno dopo anno stanno spostando il proprio baricentro sempre più ad est.

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