Scritto da Sirius_Cily | |
Questa storia ha per protagonisti un esimio professore, Alberto Tulli, direttore del Museo Egizio del Vaticano, un papiro di dubbia provenienza e di dubbia autenticità, e una storia in esso raccontata avvenuta 3500 anni fa. Una mattina del 1934 il professore si trovava al Cairo e decise di visitare una bottega antiquaria. Mentre rovistava tra gli oggetti contenuti, venne attratto da un papiro,in condizioni precarie di conservazione. All’interno era narrata,in stile geroglifico,una strana storia. Decise di acquistarlo, ma si sentì chiedere una somma molto rilevante per cui chiese al legittimo proprietario il permesso di copiarne il testo, cosa che gli fu accordata. Le scritte in geroglifico erano troppo complicate per le conoscenze del professore, che decise di rivolersi al direttore del Museo del Cairo, il professor Drioton, che tradusse quello che era narrato, ricavandone una storia ai limiti del credibile. Il papiro raccontava un avvenimento accaduto durante il regno del faraone Thutmosis III, che regnò a cavallo fra gli inizi del 1500 Ac e la fine del 1400. Ecco la traduzione parziale del testo, intervallata da puntini sospensivi, la dove il testo si interrompe: “il ventiduesimo giorno del terzo mese d’inverno, alla sesta ora del giorno), gli Scribi, gli Archivisti e gli Annalisti della Casa della Vita si accorsero che un cerchio di … Dalla bocca emetteva un soffio pestifero (bocca anteriore o posteriore Ed i cuori degli Scribi, degli Archivisti tutti furono (da ciò) atterriti e confusi ed essi si gettarono nella polvere col ventre a terra …….. essi riferirono allora la cosa al Faraone. Sua Maestà ordinò di ………… è stato esaminato …….. ed egli stava meditando su ciò che era accaduto, che era registrato dai papiri della Casa della Vita ..Ora, dopo che fu trascorso qualche giorno, ecco che queste cose divennero sempre più numerose nei cieli d’Egitto …Il loro splendore superava quello del sole,ed essi andavano e venivano liberamente per i quattro angoli del cieli…). Alta e sovrastante nel cielo era la stazione da cui andavano e venivano questi cerchi di fuoco .L’esercito del Faraone la osservò a lungo con lo stesso Re. Ciò accadde dopo cena.Di poi questi cerchi di fuoco salirono più che mai alti nel cielo e si diressero verso il Sud). Pesci ed uccelli caddero allora dal cielo … Da queste prime parole si intuisce che il Faraone,i suoi dignitari e l’esercito avevano assistito a quello che oggi chiamiamo incontro ravvicinato. Il papiro continua poi con la descrizione dello stupore di tutti quelli che assistettero agli eventi. “Grande fenomeno che mai a memoria d’uomo fu in questa terra osservato…….. ed il Faraone fece portare dell’incenso per rimettersi in pace con la Terra.... e quanto accadde il Faraone diede ordine di scriverlo e di conservarlo negli Annali della Casa della Vita, affinché fosse ricordato per sempre dai posteri….”. La voce del ritrovamento del papiro circolò immediatamente tra gli studiosi ,che iniziarono a studiarne il testo;ma fu solo nel 1956 che divenne di dominio pubblico,grazie alla pubblicazione dapprima su una rivista con ambizioni scientifiche (per la verità poco attendibile) e in seguito ripresa da altri giornali. L’atteggiamento di molti studiosi fu scettico sin dall’inizio: il racconto si interrompeva proprio nei punti salienti,lasciando volutamente il lettore nel dubbio. A questo si aggiunse il parere autorevole di Gianfranco Nolli, nuovo direttore alle antichità egizie per conto del Vaticano, che bollò senza possibilità di appello il papiro come un falso. La querelle è andata avanti per anni, con scontri fra fautori dell’autenticità del documento, tutti schierati nell’ambito dei teorici dell’intervento extraterrestre,e gli studiosi canonici, assolutamente convinti che si trattava di un falso. Il papiro riportava intere frasi prese dal libro,con abrasioni e cancellature proprio nei punti più controversi, come se si fosse tentato di aggiustare il papiro in base alle traduzioni di Gardner; inoltre due errori di traduzione presenti nei testi di Gardner risultavano presenti anche nel papiro Tulli. Cosa può essere successo,allora? Tulli era sicuramente in buona fede, quando ricopiò il papiro, del quale,oggi, ignoriamo la sorte. Può essere stato abbindolato dal mercante antiquario,che mantenne alto il prezzo proprio per dare l’illusione del suo valore storico. Una burla,una truffa? Oppure un vero documento che testimonia un antico incontro avvicinato? E’ possibile che lo stesso Tulli abbia aggiustato,in buona fede,alcune parti del papiro per renderlo comprensibile, aiutandosi con la grammatica di Gardner? Se si rinvenisse il papiro originale,si potrebbe sottoporlo alla datazione con il carbonio 14 e quindi sapere con certezza almeno la data di produzione del supporto in papiro. Resta un enigma il perché di una truffa tanto elaborata; il denaro,da solo,non basta a spiegare l’indubbio lavoraccio fatto per rendere credibile il tutto, così come purtroppo non abbiamo riscontri dl professor Tulli su tutti i retroscena del ritrovamento. L’unica certezza che abbiamo è l’evidente buona fede del professore.
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lunedì 25 agosto 2008
Il papiro Tulli
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