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mercoledì 27 agosto 2008

Kouchner preoccupato: «La Russia ora pensa a Ucraina e Moldavia»

Il ministro degli esteri francese: «La situazione è molto pericolosa». La flotta russa nelle acque dell'Abkhazia

Un carro armato russo in Ossezia del Nord. (Ap)
Un carro armato russo in Ossezia del Nord. (Ap)
PARIGI - La Russia, dopo l'Ossezia del sud e l'Abkhazia, potrebbe avere «altri obiettivi» come «la Crimea, l'Ucraina, la Moldavia». Lo sostiene il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, sottolineando che la situazione «è molto pericolosa». Il responsabile della diplomazia di Parigi, che detiene la presidenza di turno dell'Ue, ha anche ribadito che la Russa agisce «al di fuori della legge internazionale» e che l'Ue «non può accettare queste violazioni del diritto internazionale e di accordi per la sicurezza». «Non possiamo accettare questa violazione di ogni legge internazionale, degli accordi di sicurezza e cooperazione in Europa, delle risoluzioni delle Nazioni Unite, né la conquista, per la prima volta da molto tempo, di un territorio da parte dell’esercito di un Paese vicino - ha dichiarato il titolare del Quai d’Orsay in un’intervista alla radio Europe 1 -. I Ventisette capi di Stato ovviamente reagiranno» al vertice straordinario di lunedì. La Russia «è fuori dalla legalità internazionale - aggiunge - e questa non è solo l’opinione dell’Unione Europea».

LA FLOTTA RUSSA - Intanto un gruppo di navi della flotta russa del Mar Nero, tra cui l'ammiraglia, l'incrociatore portamissili Moskva, è arrivato nelle acque territoriali della regione georgiana indipendentista dell'Abkhazia. Lo riferisce l'agenzia Itar-Tass, citando il comandante della flotta di stanza nella base di Novorossisk, Serghei Miniailo. L'alto ufficiale ha spiegato la presenza dei vascelli con l'obiettivo di «sostenere la pace e la stabilità in Abkhazia e nelle sue acque». «Stiamo controllando le acque territoriali dell'Abkhazia e gli spazi acquei adiacenti, il compito delle navi è quello di non consentire il trasporto di armi», nonchè «svolgere una missione umanitaria», ha detto Miniailo.

SAAKASHVILI - Il presidente della Georgia, Mikheil Saakashvili, ha esortato l'Unione Europea a non restare passiva davanti al riconoscimento delle regioni separatiste georgiane dell'Ossezia del sud e dell'Abkhazia da parte di Mosca. In un'intervista a Bild, il capo dello stato georgiano ha accusato la Russia di «cambiare in modo arbitrario e tramite il ricorso alla violenza le frontiere interne all'Europa». «Se l'Europa lascerà andare le cose in questo modo anche una sola volta, la Russia in futuro tornerà a tentare di rifarlo». Saakashvili ha chiesto quindi che l'Ue nel corso del vertice della prossima settimana dedicato alla crisi del Caucaso manifesti il proprio «chiaro impegno» nei confronti della Georgia. Il capo dello stato di Tblisi ha quindi spiegato perché non potrà essere presente in occasione del vertice Ue: «Se abbandono la Georgia, i russi chiuderanno il nostro spazio aereo e mi impediranno di rientrare nel Paese».

MEDVEDEV - Nel frattempo il presidente russo Dmitri Medvedev ha ribadito la correttezza dell'intervento di Mosca in Georgia, sottolineando il parallelismo con il Kosovo, la provincia balcanica indipendente dalla Serbia da febbraio. «Dopo che l’Occidente ha riconosciuto l’indipendenza del Kosovo, come avrebbe potuto la Russia dire no alle aspirazioni d’indipendenza dell’Abkhazia e dell’Ossezia del sud, considerato anche l’attacco che stavano subendo dalla Georgia?», ha scritto Medvedev al Financial Times, spiegando così le ragioni che martedì lo hanno convinto a riconoscere le due repubbliche indipendentiste caucasiche. «Ignorando gli avvertimenti della Russia, i paesi occidentali hanno fatto a gara per riconoscere l’illegale dichiarazione d’indipendenza dalla Serbia del Kosovo», ricorda Medvedev. «Noi abbiamo argomentato - aggiunge - a ragione che sarebbe stato impossibile, dopo tutto quel che era accaduto, dire agli abkazi e agli osseti (e a decine di altri gruppi nel mondo) che quel che era giusto per gli albanesi kosovari non lo era per loro. Nelle relazioni internazionali non si possono avere delle regole per alcuni e regole diverse per altri». Il presidente russo nell’articolo afferma anche che Mosca ha tentato di persuadere il presidente georgiano Mikhail Saakashvili a firmare un accordo sul non uso della forza, ma il capo dello stato di Tbilisi ha rifiutato. «Abbiamo scoperto il perchè solo nella notte tra il sette e l’otto agosto», con l’attacco all’Ossezia del sud, sostiene Medvedev, per il quale «solo un pazzo avrebbe potuto fare un simile azzardo». La Russia, insomma, per Medvedev è stata costretta a reagire dalla Georgia. «Non avevamo - dice il presidente russo - altre scelte che schiacciare l’attacco per salvare vite. Non è stata una guerra che abbiamo scelto. Non abbiamo piani per il territorio georgiano. Le nostre truppe sono entrate in Georgia per distruggere le basi da cui era stato lanciato l’attacco».

http://www.corriere.it/esteri/08_agosto_27/kouchner_georgia_russia_guerra_caucaso_5042cc46-740c-11dd-97d8-00144f02aabc.shtml?fr=box_primopiano
27 agosto 2008

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