Per questo all’annuale convegno dell’Ecological Society of America (ESA) l’attenzione è posta sulle perdita di habitat indotta dalle variazioni di temperatura e del disastro che stanno subendo le popolazioni di molte specie.
I modelli climatici prevedono che l’innalzamento delle temperature nel tempo possano portare a un incremento della siccità, delle condizioni desertiche che influenzeranno non solo la sopravvivenza di particolari specie ma anche le risorse naturali che si sono adattate a utilizzare nel loro ambiente naturale.
"L’impatto sulle singole specie indica più ampie variazioni al livello del bioma che potenzialmente cambieranno le condizioni per molte piante e molte specie”, ha commentato Patrick Gonzalez, ricercatore di The Nature Conservancy e membro dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC).
Una specie in pericolo, per esempio, è la lince canadese: la principale preda del felino, ila lepre della specie lepus americanus, vive in tane poste in profondità nella neve nella foresta boreale. A causa di questa dipendenza alimentare, la lince si è adattata a vivere in aree con una copertura nevosa almeno per quattro mesi all’anno, e ha sviluppato, nel corso dell'evoluzione, zampe sono molto più larghe di quanto richiesto per sostenere il suo peso su un terreno compatto, e che le servono per predare in modo veloce la lepre senza affondare.
Secondo Gonzalez, che ha analizzato l’habitat della lince canadese, un aumento della temperatura tra 2,5 e 4 gradi nel prossimo secolo tra gli Stati Uniti e il Canada - l’intervallo di riscaldamento climatico paventato dall’IPCC - può diminuire il territorio adatto alla vita della lince del 10-20 per cento e ridurre la copertura della foresta boreale della metà sul confine con gli Stati Uniti.
Una simile perdita di habitat indica una notevole cambiamento negli ecosistemi boreali e alpini. (fc)
http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Global_warming_e_perdita_di_habitat/1332902
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