Gli Stati Uniti innescano un escalation che pericolosamente avvicina la Terza Guerra Mondiale all'orizzonte. La crisi caucasica iniziata con i bombardamenti georgiani sulla regione separatista dell'Ossezia del Sud, raid a sorpresa che hanno mietuto circa duemila vittime tra la popolazione di etnia russa, ha causato l'immediata reazione di Mosca con l'occupazione dell'Ossezia del Sud.
Non solo Russia, le responsabilità degli Usa
I mass media occidentali hanno evidenziato soprattutto il secondo atto della storia, l'invasione russa, ponendo poca enfasi sul primo evento (bombardamento georgiano del 7 agosto 2008 sulla popolazione inerme e sulle forze d'interposizione russe). L'immediato intervento americano in Georgia, a sostegno di Tblisi e contro Mosca, potrebbe celare un forte interesse occidentale nell'area caucasica. La zona è strategicamente importante per il passaggio delle pipe-line (petrolio e gas). Per gli occidentali rappresenta un'alternativa al monopolio della fornitura di gas tramite la Russia. Anche Mosca nutre il medesimo interesse. Va tuttavia rivalutata la situazione di Mosca in questa crisi, tutt'altro che invasore come molti mass media occidentali hanno immediatamente montato. Emerge invece l'ipotesi di una escalation fortemente voluta da Washington per rafforzare la sfera d'influenza della Nato nell'area. Oltre ad aver trasportato nell'area i militari georgiani stanziati in Iraq, Mosca accusa gli americani di dare sostegno logistico-militare alla Georgia e di fomentare la guerra. L'intervento russo va invece interpretato a protezione delle etnie russe in Ossezia che, a seguito anche del riconoscimento unilaterale di Washington nel Kossovo (contro il parere di Mosca), rivendica l'indipendenza da Tblisi. Del tutto fallimentare la mediazione dell'Unione Europea ferragostana, apparsa lenta e burocratica, incapace di fare fronte ai colpi di mano sia russi e sia anche americani.
15 / 08 / 2008
http://www.storia.okpedia.com/crisi-in-georgia-rischio-terza-guerra-mondiale.htm
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